Questa è la storia di due amiche: la signora Pina e la signora Giovanna, 2 donne italiane pensionate sui 65 anni.
Lunedì in un giorno come un altro ero in areoporto per viaggiare da Milano a Tenerife. Per ingannare l’attesa, ero concentrata a battere i records a Fruits Ninja sul mio telefonino, aspettando che la coda al gate si esaurisse.
Come sempre mi sono imbarcata per ultima, quando tutti eran saliti e preso posto sull’aereo. Anzi per un attimo ho pure sbagliato e stavo per andare a Praga. Ormai volare è diventata una routine e mi distraggo :).
Una volta sull’aereo rimanevano solo pochi posti liberi e quasi tutti vicino al finestrino, in quanto per voli superiori alle 2 ore la gente preferisce sedere vicino al corridoio per avere maggiore libertà di movimento. Io invece sono sempre contenta di ammirare il paesaggio sottostante. L’unico aspetto negativo di salire per ultimi su voli Ryanair è che poi devi tenerti il bagaglio sotto il sedile limitando lo spazio già di per sè stretto.
Insomma, scelgo un posto vicino a due signore sorridenti. Le faccio alzare in piedi per infilarmi, “scusate signore… scusate“. Mi sistemo in qualche modo ed inizio subito a chiaccherare con loro.
Dopo i convenevoli “cheffai a Tenerife, blablabla” stacco per leggere il mio libro per poI chiaccherare per tutto il viaggio.
La signora Pina, accanto a me, è la classica donna italiana, pafutella, dedita al 100% alla famiglia. Moglie e madre di un figlio unico straviziato e nonna di tre nipotini. Ha dedicato o meglio sacrificato (parole sue) la vita alla famiglia, oltre a lavorare (doppio lavoro), si dedicava alla casa e ai vecchi suoceri e ora alla bellezza di 65 se ne rende conto e in parte se ne pente. Si sfoga con me lamentandosi che tutt’ora è una schiava di suo marito, non lo sopporta più per come la tratta, non ha la libertà desiderata e meritata. DEVE tornare a casa tutti giorni alle 11 per preparare il pranzo e alle 17.30 per preparare la cena, lavare, pulire, etc ormai, a questo punto della vita, in una situazione inrimediabile. Si pente di aver investito tutti i suoi risparmi nella casa del figlio, ora sposato con figli. Delussissima soprattutto della nuora, che si è approfittata più volte di lei e che come riconoscenza quasi non le fa vedere i nipoti.
Insomma mai e poi mai nella sua vita ha fatto qualcosa per se stessa ma solo sacrificatasi tanto per poter essere una buona moglie e madre di famiglia, subendo anche parecchie umiliazioni. Quando era malata ha sempre dovuto lottare da sola per ripredersi, non se lo poteva permettere. Ha avuto una ischemia ed è piena di acciacchi e artrosi conseguenza per avere trascurato e sfruttato troppo il suo corpo.
In realtà quello che vorrebbe è solo un pò di riconoscenza. A 65 anni si rende conto che tutti i suoi sacrifici non sono neanche apprezzati, delusa ha capito che forse è giunto il momento di essere un pochino egoista finchè sta ancora bene.
Riconosco nella sua descrizione la classica famiglia italiana: madre-tuttofare/marito-sul-divano-con-birra-e-TV/figlio-viziato-in-una-casa-e-auto-regalata-dai-genitori.
Mi ripete più volte che se potesse tornasse indietro non si risposerebbe più e cambierebbe totalmente la sua vita.
Io l’ascolto paziente con un pò di compassione e le dico “ma no dai, ci saranno stati anche momenti belli nella tua vita”
“Certo” mi dice “ma quelli brutti molto di più” mentre mi mostra le foto dei nipotini.
La seconda signora che chiamiamo Giovanna è invece una donna single foreveralone sempre sui 60-65 anni, senza figli. In forma, attiva e senza acciacchi. Benestante, ha vissuto per 15 anni a Tenerife, lavorava come interprete, poi tornata a vivere in Italia. Si è sposata una volta nella sua vita ma subito pentita ha divorziato dopo 6 mesi dalle nozze. Credo abbia avuto parecchi uomini ma ora vive da sola… per scelta? Credo di sì o magari ferita da una grande delusione? A detta sua è contenta di non essere schiava di un marito come tutte le sue amiche.
Soddisfatta e felice (almeno all’apparenza), ogni tanto nelle sue frasi ci mette “non ho famiglia” o “sono sola” ma il bello è che lo dice con una certa soddisfazione.
Tradotto al lato di Pina “io non sono schiava di un marito rompipalle ma libera di fare quello che voglio. Mangio quando ho fame, mi alzo la mattina quando voglio, insomma sono libera è ciò non ha prezzo.”
Pina, provata dalla vita, la guarda con invidia quando dice così.
Parliamo ancora per tanto tempo, soprattutto Pina al mio lato si sfoga e alla fine del volo, mi dice che desidera una nuora come me, io le dico di farmi vedere la foto del figlio che decido… :). Simpatica Pina, mi chiede anche opinione sul bel steward del volo, ahahah!
Comunque una cosa è sicura:
queste due amiche, hanno avuto la vita completamente diversa, direi opposta l’una dall’altra ma a 65 anni sono arrivate alla stessa conclusione che mi hanno esplecitamente consigliato al momento di lasciarci:
Ragazza, NON SPOSARTI!
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Questa esperienza mi ha fatto riflettere su diversi aspetti:
– Come mi immagino IO da anziana (se mai ci arriverò), o meglio come preferirò ricordarmi? Preferisco essere una Pina o una Giovanna?
Avere sacrificato la mia vita per una famiglia che ora non mi caga o essere sola ma consapevole di aver vissuto e essermela goduta?
– E’ giusto dare tutto ai figli, al di là delle possibilità?
– Come sono viste singolarmente Pina e Giovanna dalla società?
– Giovanna dietro la sua maschera, sarà in realtà pentita di non avere figli, almeno a volte si sentirà sola?
Ciao!! Che bella qsta riflessione! Ne ho 3 in meno di te e ci sto pensando anch’io a quel bivio..
Opinione:
Giovanna si sentirà sicuramente molto sola a volte.. non solo per i momenti brutti,ma parlo anche di quelli belli o miti in cui vorresti solo poter condividere con una persona..la “tua” ..e sono momenti che non vuoi vedere neppure e appena li senti fuggi..con cosa?? e poi,come puoi confessarli ad un altro?! Secondo me capita a chiunque..
Pina rappresenta un po la Fuga di Giovanna e Giovanna quella di Pina.. ❓ mi spiego:
Penso sia confortante avere un amica che le ricordi subito che si sarebbe sacrificata senza un motivo..e insomma si è sollevata da una gran bella delusione!!
Pina sà chiaramente cosa rappresenta per la sua amica che invidia, come sa che non avrebbe avuto la forza di convincersi che esser foreveralone fosse la cosa giusta x lei… lei non voleva pensare a se stessa….lei voleva creare qualcosa probabilmente…che non ha saputo creare o non ha potuto creare.
Non si sa.. però in colclusione dipende da quello che vuoi.. e personalmente stimo le persone sole che invece di farsi una famiglia hanno sentito in anticipo di non potercela fare.. non è una scelta così banale decidere di non aver un figlio.. si fa prima a farlo e a pensarci molto dopo! 😉
A parte i soliti complimenti… post davvero scritto bene…
mah… una via di mezzo no?
Ovvero essere una moglie felice con dei figli riconoscenti e ritagliarsi i propri spazi?
Io ho molti esempi più positivi di quello della Pina! Tipo mia madre… che si è dannata una vita per i figli, non ha comprato loro una casa ma i figli farebbero di tutto per lei, nuore comprese! O mia sorella, che ha 3 figli e sono la sua ragione di vita ora… non un sacrificio!
Voglio dire.. se nella vita non fai ciò che ti senti di fare ma fai ciò che ti si impone di fare non lo farai mai bene, e la gente questo lo percepisce…
magari la Pina ha rinfacciato troppe volte al proprio figlio tutto ciò che le ha donato così da risultare asfissiante!
E poi molto spesso avere qualcosa da fare per qualcuno è gratificante. Mentre può essere deleterio non aver nessna persona per cui valga la pena alzarsi dal letto la mattina!
Cmq si…… anche il mio consiglio è uguale! Non sposarti!!!!!!
Cara Lucia , qualunque sia la strada alla fine di essa qualcosa ti manchera’ sempre . ciao
Bel racconto, belle storie. Due estremi tra cui credo (spero!) ci sia un mare di altre sfumature. Forse il dilemma che c’è sotto è: libertà o amore? A parte il caso della povera signora Pina che non ha nè l’uno nè l’altro, anche se amiamo la nostra libertà e non sentiamo la solitudine, credo che dopo un po’ tutti cerchiamo la condivisione di un pezzo di vita. L’ideale sarebbe avere qualcuno che ci accompagni lungo la strada, non qualcuno che ci incateni le caviglie. 🙂
Ciao, avete perfettamente ragione, questa storia rappresenta i due estremi in un mare di sfumature di relazioni (anche se ammettiamolo: di Pine ne esistono tante in Italia, forse troppe). Però è curioso come mi sia capitata questa riflessione in un momento particolare della mia vita. Nulla capita per caso e anche questo ne è la dimostrazione. La vita voleva farmi riflettere (o mettermi all’erta/ mandarmi un messaggio), chiamatelo come volete… perchè sapeva ciò che mi sarebbe successo a breve. Io ho imparato ad ascoltare i segnali http://per-il-mondo.it/blog/i-segnali/
grazie vita! 🙂
E cmq Liliana hai colpito in pieno, essere delle Giovanne non è facile, spesso è una decisione resa difficile dalla “società”.
Prevedo un “dildo” nella calza della befana 😛
Ciao Umbertino, non so chi tu sia ne cos’è un “Dildo” ma posso immaginare cosa intendi… Se è giusto quello che penso, forse non hai capito che forse chi ha più bisogno di “dildi” è la Pina, piuttosto che la Giovanna.