E’ il nostro motto di viaggio … ovvero lasciarci trasportare dalle occasioni e dall’istinto. Un viaggio senza piani allarga gli orrizzonti e crea libertà da rigidi principi di orari e restrinzioni.
Come stiamo facendo adesso: siamo a San Gil, una piccola cittadina a nord di Bogotà. Siamo partiti (Io e Alex stiamo viaggiando in compagnia di altri 2 ragazzi) con l’idea di restare 2 giorni ed ecco che la compagnia, l’ambiente e la tranquillità del posto stesso ci hanno ancorato già da quasi una settimana. Lo stesso avviene con le persone che si incontrano: si viaggia assieme per un pò, senza impegno … poi le esigenze cambiano e ci si lascia … senza rancori. Il tutto avviene nel modo più naturale possibile, in libertà assoluta. Bello! 🙂
Ma prima di parlarvi di San Gil vorrei spendere 2 righe su Bogotà:
nella capitale colombiana ho trascorso più di una settimana in attesa di Alex, la mia amica austriaca e di un altro suo amico in ritardo di 3 giorni a causa dei problemi dovuti al mal tempo. Dunque ho avuto modo di girare il centro storico in lungo e in largo, cercando di immergermi il più possibile tra la gente, respirare (lo smog) la vita della città… il ritmo, l’energia, il cibo!
LA CITTA’: La città é molto bella con il suo centro storico chiamato “La Candelaria”, le case coloniali che mi ricordano molto Tenerife, il monasterio di Montserrat, situato a più di 3000 m dal quale si può godere di una fantastica vista alla città (Anche se non sono riuscita a vederne la fine un pò per la sua grandezza e un pò per lo smog!) e alle montagne circostanti, le mille università, musei, centri culturali, ristorantini, bar, calles e carreras che dividono la città in modo ordinato e intuitivo come una scacchiera.
Faccio ancora fatica a realizzare che possa esistere una città così grande a 2600 metri di altitudine…
LA GENTE: In questi giorni, seppur pochi, ho avuto modo di capire, a differenza di quanto si possa pensare, che i Bogotanos sono gente fantastica, molto ma molto molto ospitali, gentili, sempre pronti ad aiutare, a dare consigli, con il sorriso stampato sul viso. Ho come l’impressione che in qualche modo vogliano rifarsi della mala reputazione che gli é stata attribuita, della quale tutto il mondo teme. In tutto questo c’è un fondo di verità da ricercare nel passato
e purtroppo in un passato prossimo non troppo lontano, da qualche anno a questa parte però, la situazione é cambiata notevolmente grazie a politiche mirate.
LA DROGA: Ora, certo, il traffico di droga esiste eccome, la politica resta estremamente corrotta, le attività criminali e di guerriglia continuano il loro corso ma sono sicuramente in netto calo rispetto a 5-10 anni fa e il tutto avviene in modo più sobrio, dietro le quinte. La Colombia rimane la maggior produttrice di coca del mondo ma per la strada probabilmente ne potete trovare di più in Italia, o perlomeno gente Drogadictos se ne vede veramente poca. Il governo é motivatissimo nel combatterne il traffico e la gente “comune” è contraria alla droga più che ogni altro paese el mondo (non alle foglie)! Ultimamente si sono irrigiditi i controlli e da due mesi é vietato il possesso di Mariuana per uso personale e pure le amate foglie di coca, usate a scopo curativo, sono spesso “difficili” (notare le virgolette) da trovare al di fuori di Bogotà.
SICUREZZA: Di fatto durante il giorno la città é per lo più sicura, l’importante è non recarsi la notte in zone sconsigliate “a meno che non si voglia praticare uno sport estremo“, a detta dei Bogotanos.
Se non fosse per il duro impatto che ho avuto arrivando la notte potrei affermare, per quello che ho visto nei giorni succesivi, che la città é tranquilla… ma non ho voluto confermare la mia teoria riguardo la vita notturna. Certo un paio di sborseggi li ho ancora visti ma avete idea di quanti abitanti ha Bogotà? e del suo livelli di povertà?
A grandi linee stimerei un 1% di criminalità, su 10 milioni di abitanti sono 100 mila criminali (che si trasformano in lupi mannari al calar del sole)… certo è un gran numero ma in percentuale non direi un valore minore in qualsiasi città italiana.
In definitiva la gentilezza, curiosità e apprensione della gente aiuta ad entrare in connnessione con la loro mentalità e cultura. Per un paio di giorni ho bazzicato per la città con un indigeno arhuaco nativo della sierra nevada, nel nord del paese. Un indigeno “moderno” che è visto come un “diverso” dai colombiani stessi, tanto che un giorno una ragazza, mentre camminavamo per la città, ha voluto intervistarlo (ho girato un video che posterò su questi schermi). Insomma mi sono fatta una cultura sugli indigeni colombiani e magari andremo a trovare “Julio Cesar” (così si fa chiamare da noi comuni cittadini del mondo), al suo villaggio.
Ok, per quanto Bogotà sia bella, piena di cultura (tra l’altro quest’anno tutti i musei sono ad entrata gratis per il bicentenario dell’ indipendenza) e viva, io sono una montagnina e le città non fanno per me … ed eccoci quindi in San Gil una piccola cittadina direzione nord, 7 ore, 1300 metri e 15 gradi di differenza. 🙂
Qua la vita é molto più rilassata, l’aria più pura (e calda) e la criminalità sembra non esistere.
“Aqui no pasa nada” (qui non succede niente) mi rispondono quando chiedo se é pericoloso percorrere un cammino a piedi per la montagna, ormai abituata alle raccomandazioni di Bogotà dove sconsigliavano qualsiasi movimento pedonale al di fuori dal centro “mejor que tomas un taxi” (prendi un taxi!).
La gente dei paesi limitrofi è più arretrata rispetto a Bogotà, curiosa e timida nei nostri confronti, sempre carini e non intrusivi. Fino a pochi anni fa non erano abituati a vedere stranieri. Gli unici turisti erano i colombiani stessi, spesso bogotanos di classe alta. Da 5 anni a questa parte hanno iniziato ad arrivare europei in modo esponenziale, insomma vedono quasi ripetersi la storia dopo 500 anni.
San Gil, seppur piccola ha molto da offrire. Un bel centro storico coloniale, una piazza pullulante di vita, strade ripide, un clima caldo e mite, un fiume con cascate, pozze per fare il bagno, cammini e paesini limitrofi (visto uno, visti tutti!). Molte attività sportive a prezzi irrisori, tanti negozi di parrucchieri e sempre pieni!!! Un taglio per 8000 pesos (3 euro).
Insomma da 2 giorni che volevamo restare siamo già arrivati ad una settimana… presto credo che ci muoveremo. Where next? Non so, per ora mi bevo un “tinto” ( no, non vino, caffè!) poi ci penseremo! 😀
“A la orden…” Come dicono da queste parti!
Ciao Lucia,
d’accordissimo sui comenti sulla cortesia dei colombiani, sono così in tutto il paese, vedrai, non solo a Bogotà. Cambiano alcune sfumature da città a città, ma il colombiano tipico, DOC, è sempre gentile, “amable”, con tutti.
Invece son in disaccordo completo sulle cifre e statistiche dei crimini in questo paese, e non parlo del narcotraffico ma della criminalità comune. Idem per le intenzioni del governo di contrastare la produzione/commercio di cocaina…. la gran parte è solo facciata, ma il discorso è un po’ lungo.
Continua così, verrai che alla fine uscirai a fatica da questo bel paese!!
🙂
Ciao Pedro, in effetti questo post l’ho scritto appena arrivata in Colombia. Nel frattempo ho imparato qualcosa (anche a nostre spese riguardo i crimini) ma soprattutto riguardo il male della cocaina. L’argomento mi interessa e mi tocca particolarmente notare come i colombiani soffrano della situazione, come dici tu, facciata “contrasto del governo”, facciata “aiuti americani”. Ma se ci vedremo sarò felice di sentire la tua opinione a riguardo. Le versioni che si ascoltano sono contrastanti.
Ci guadagnano in tanti con il mercato della cocaina (trafficanti, governanti, US, trafficanti europei, americani e messicani, etc), chi ci perde invece è la gente normale, che ha stampata in fronte, negli occhi della comunità internazionale, l’etichetta di colombia=cocaina. Con tutti i problemi che comporta (uno fra i tanti, per un colombiano ottenere un visa turistico per visitare europa o usa è moooolto più difficile che per un qualsiasi altro sudamericano).
Spero di incontrarti, qui o in Ecuador, mi piace come viaggi! Ciao ciao!
Davvero, l’ho notato! La gente normale ne soffre tanto di questa situazione e dell’etichetta che é stata attribuita al “colombiano”. Un giorno camminando in un bosco di San Gil ho incontrato un campesino, e come spesso accade, i colombiani cadono sull’argomento. Mi ha colpito la frase dell’uomo: “el plan colombia, cioè gli aiuti che arrivano dagli USA, gli americani se li fumano tutti. Invece che mandare soldi, la sola cosa che dovrebbero fare é finire di consumare cocaina”
Sono pienamente d’accordo con lui, come del resto in Europa e credo Argentina, etc. Alla fine mi sembra di capire che in Colombia non si consumi molto, tanti sono appunto contrari e poi… troppo cara per loro.
Credo che sia impossibile finire questa guerra, ci sono troppi soldi e interessi in ballo. Come ho scritto nel mio ultimo post, secondo me l’unica soluzione per calmare la situazione sarebbe legalizzarla! Ma anche questa é un’utopia.
Ho capito male la situazione?
Ok, qua fa freddo e abbiamo bisogno di mare! 😉 Ci sentiamo. 😎
Gli aiuti degli US sono finti aiuti, nel senso che la scusa della lotta al narcotraffico gli serve per poter avere il controllo del territorio nell’ultimo e unico paese sudamericano alleato. Tanto che l’anno scorso ha avuto dal governo colombiano l’ok per installare 6 o 7 basi militari americane dentro Colombia, a pochi passi dal nemico venezuelano Chavez e anche dall’Ecuador che non gli è particolarmente amico (e ambedue i paesi sono produttori di petrolio…).
COme dici tu, nel narcotraffico ci sono troppi che ci guadagnano, ci perde solo la gente onesta, per cui difficilmente potrà finire.
Comunque anche qui la consumano tanto la coca, con un grammo che costa meno di una bottiglia di rum, è accessibile a tutti.
Io sono al mare, vieni qui!! 🙂