Finalmente sono riuscita a sortire qualche foto della mia esperienza turca.
Una vacanza?
Ebbene sì, una vacanza ad inizio agosto come una vera italiana, prigioniera delle famose “2 settimane estive”.
Ahhrg, mi fa quasi senso dirlo! Però quest’anno è andata così.
Nonostante non avessi il tempo, sia psicologico che materiale, devo ammettere che il riposo, dopo mesi di duro lavoro, mi ha fatto bene.
In ogni caso userei la parola “miniviaggio“, il termine mi aggrada maggiormente.
Mi sento quasi in diritto di dirlo, se mi confronto al tipo di vacanza trascorso da colleghi e amici (G.P. nrd).
In fin dei conti questa esperienza mi ha regalato molto. Andare in Turchia ha sicuramente arricchito il mio bagaglio culturale ed umano, tipico del viaggio.
Purtroppo chi viaggia mi starà insultando in questo momento, però credo di poter dire serenamente di aver spremuto il massimo del succo (il viaggio) da un frutto appassito (la vacanza).
Vi chiederete: cos’é che distingue due settimane di vacanza da 2 settimane di viaggio? Ecco buona domanda.
Le risposte in breve per questa esperienza:
Per esempio io sapevo solamente che sarei atterrata ad Istanbul e ripartita da Kos in Grecia e dovevo passare per Gumusluk, paesello vicino a Bodrum, a trovare una mia amica che vive lì. Tutto è stato programmato al momento, a secondo delle esigenze e dei desideri. Infatti ho allungato la permanenza a Istanbul perchè la città necessitava più tempo ed ho saltato una tappa “turistica” perchè non ne avevo voglia, faceva troppo caldo.
Parlare, confrontarsi, accettare o ribattere una cultura sotto tantissimi aspetti diversa dalla tua, é ciò che più mi riempe l’anima. Non mi sarei mai aspettata tanto scambio in sole 2 settimane, grandioso.
In Turchia ce ne sono parecchi, ragazzi che lavorano viaggiando. Incredibile, questa esperienza mi ha fatto ricordare come il viaggio fa crescere le persone.
Bhe, in breve… in queste 2 settimane ho praticato windsurf, vela, solo grazie all’amicizia creatasi con gente del posto. I più cattivi la chiameranno scrocaggine, io lo chiamo interscambio. Sono stata invitata ed ho semplicemente accettato. Faccio lo stesso quando mi capita di essere a situazione inversa.
Poi a questi punti aggiungo le riflessioni che ne conseguono.
La consapevolezza:
Il DOVER tornare a casa prima ancora di ambientarmi… non va bene ;). Ma io in quel momento avevo già deciso.
No, non sono come tutta la gente che era sull’aereo di ritorno da KOS! No, non lo sono! Stavo male per il comportamento dei vacanzieri italiani (volo Kos-Milano) e mi camuffavo sotto le mie sembianze tedesche per la vergogna. Unico punto veramente negativo.
Alcune foto. Cliccate su questa per vederle tutte. Ciao
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