Domanda ad un astronauta

Uh, mi accorgo solo adesso che é da giugno che non scrivo più sul blog… se dico che mi manca il tempo non mi credete, vero?
Ok, come un paradosso, é proprio quando si viaggia, quando la vita é intensa e il tempo scarso che ci si ritaglia angoli più assurdi per se stessi. In Sud America non dormivo pur di scrivere un articolo, per poter immortalare le innumerevoli emozioni e avvenimenti e vi assicuro che la scrittura non é una delle mie migliori doti o passioni, non mi risulta assolutamente facile e naturale, ho bisogno di parecchio tempo per cercare di essere perlomeno comprensibile.

Oggi, rileggendo i miei vecchi post mi accorgo delle mie frasi dislessiche ma sono contenta perché rivivo emozioni che altrimenti si sarebbero affievolite o distorte col passare dei giorni e dall’ esperienza acquisita per strada. Ed insomma, spero di aver portato, chi mi leggeva, in viaggio con me per i 5 min di racconto.

Ora, in Italia sul mio stupendo Lago Maggiore da ormai quasi 4 mesi, mi accorgo di non aver molto da raccontare, la mia voglia di scrivere nasce dalle emozioni, emozioni forti che si vivono quotidianamente in viaggio.

Bhe, oggi sono qua perché il cuore ha qualcosa da dire. Scrivo perché in effetti parecchie emozioni le abbiamo provate in questi giorni a Pino Lago Maggiore.

Il paese é volato virtualmente e psicologicamente nello spazio, tra le stelle, a bordo della ISS (Stazione Spaziale Orbitante) grazie alla visita di due astronauti:
Michel Tognini francese, il direttore della EAC (European Astronaut Centre) di Colonia – sede tedesca della ESA (Agenzia Spaziale Europea) – é ormai di famiglia, tutti gli anni viene a Pino a trascorrere una settimanella tra di noi.
Quest’anno un austronauta italiano della provincia di Milano Paolo Nespoli é stato 6 mesi nello spazio sulla ISS e Michel, vista la vicinanza ci ha organizzato un incontro con questo grande uomo, grande in tutti sensi non solo di statura 😉
Chi ha avuto la fortuna di assistere alla conferenza potrà confermare. Un vero grande evento nel nostro piccolo paesello.

Paolo é tornato a bordo della nave chiamata Terra da solo 3 mesi, quindi aveva emozioni fresche da trasmetterci.

Paolo la sera a tavola spiegando la teoria della grandezza di un fazzoletto a disposizione di un astronauta. Michel lo guarda perplesso…

Dopo un introduzione di Michel Tognini (in inglese), Paolo Nespoli ha incantato la folla con i suoi video, le sue foto scattate personalmente dalla stazione ma soprattutto con i suoi racconti e curiosità. Ma poi Paolo sà come intrattenere la gente, ci sà fare con i bambini che alla fine hanno avuto spazio per le domande.

Anche io avevo una domanda… ma é stata in parte risposta durante la serata senza che io la ponessi, quindi ho lasciato spazio alla deduzione ed alla timidezza.

Ammiro questi uomini… non tanto per quello che fanno ma per la loro determinazione a raggiungere i loro sogni. Sono astronauti, era il loro sogno da bambini. Hanno studiato, lottato, quasi mollato, certo hanno avuto tanta fortuna ma soprattutto ci hanno creduto! Un grande sogno realizzato, la dimostrazione vivente che i sogni, anche quelli che sembrano impossibili, si possono realizzare, basta volerlo!
Perché in fondo credo che il loro non sia un vero e proprio lavoro: una vita durissima, di sacrifici, di rinunce, … ampiamente ricompensate dalla soddisfazione di seguire la loro filosofia di vita, di scoperta, di ricerca e di progresso, probabilmente in un qualche qual modo a sfondo egoistico, nel senso buono della parola, nel realizzare il proprio sogno di viaggiare nello spazio… perché alla fine é l’egoismo che guida l’uomo nelle sue migliori imprese per un profondo, e a volte inconscio, autocompiacimento. (ma questo é un altro discorso)

Lo conferma la frase di Paolo, che dal suo egoismo si nota la complementazione di un grande altruismo, un messaggio per il mondo dallo spazio:


Guardate avanti e puntate sempre in alto, le stelle non sono poi così lontane! Messaggio dallo spazio.

Un spinta motivazionale per i bambini che vogliono diventare astronauti ma in realtà, un fondamentale messaggio di vita per tutti.

Mi chiederete giustamente, qual’era la domanda che volevi porre?
Eccola, la scrivo come rivolta direttamente a lui ma in realtà non lo é… o chissà magari un giorno Paolo, nello stesso modo in cui é arrivato a Pino, leggerà questo blog e vorrà rispondermi. Anche se in fondo credo di sapere già la risposta. NON sarò breve:

Paolo, la mia domanda non c’entra niente con la religione ma qualcuno a Pino ti ha chiesto se in questi 6 mesi nello spazio ti sei sentito più vicino a Dio. Tu rispondendo e cercando gentilmente di evitare questo scomodo argomento ti sei difeso diplomaticamente definendoti un “meccanico dello spazio” che certe domande andrebbero fatte ad un prete o uno psicologo mandato nello spazio e che tu eri in grado di rispondere solo a domande prettamente tecniche.

Io non voglio credere a questo tuo estremo materialismo che hai voluto trasmetterci, quindi ti pongo la mia domanda che ripeto, non spaventarti, non é religiosa.

Come tutti sappiamo, la nostra società é orientata sempre di più verso il capitalismo ed il consumismo, tra le più grandi rovine della nostra era moderna e della nostra “umanità”.
La gente vive freneticamente, con i paraocchi e si preoccupa solo di ciò che succede nei loro 10km quadrati, non pensa, non vive veramente, appare e non é.
Secondo me però questo deterioramento e spreco di un essere così evoluto chiamato Uomo é dovuto in gran parte ad una semplice piccola enorme ragione:
non si vedono le stelle!

Mi spiego: in contemporanea al tuo viaggio spaziale, da dicembre a maggio 2011, ho realizzato anche io un mio piccolo grande sogno: un viaggio in Sud America.
Un giorno a 4000 mt di altezza, nel mezzo di un lago, ho potuto godere di uno degli spettacoli più belli ed emozionanti della mia vita che credo poche persone abbiano provato, io stessa non lo conoscevo… Il cielo stellato… ma stellato veramente.
Una emozione talmente grande da non poter staccare lo sguardo dal cielo, da non poter chiudere la bocca … le stelle mi lambivano il viso come lampioni ed un bozzolo di emozioni mi faceva su e giù dallo stomaco al cervello, velocemente.

Tante stelle quante tutti i granelli di sabbia di tutte le spiagge del mondo intero
hai detto l’altro giorno a Pino ma io credo che ce ne siano di più,  forse infinite? Chi lo sà … magari un giorno lo scoprirete.
Insomma tante stelle che nel nostro mondo moderno, capitalista, estremamente illuminato, come dimostrano le tue foto, non vediamo più! Un disastro… quante stelle vediamo a Pino? O peggio a Milano?
Sono dell’opinone che questo sia uno dei più grandi problemi del nostro mondo moderno! Non si vedono le stelle e non ci interessa vederle, in realtà non sappiamo della loro esistenza. L’ho notato anche dalla scarsa partecipazione a questo evento dei giovani di Pino, Tronzano e i paesi limitrofi.

In un certo qual modo questo viaggio mi ha cambiata, e questo cambiamento é dovuto anche alla visione di questo universo, mi sono sentita e mi sento più vicina al cielo e più lontana dalla terra, dal suo modo di vivere.
Il cielo stellato fa pensare… pensare all’universo, al mondo, alla vita, agli altri, a se stessi!
Lo dimostrano le antiche civiltà sudamericane, che hanno sempre scrutato il cielo notturno per cercare di comprendere le leggi dell’universo anche e soprattutto in maniera spirituale. Noi lo facciamo ancora solo attraverso astrofisici, astrologi e di voi, astronauti e non voglio credere che dietro a tutto ciò ci sia solo un motivo scientifico.

L’altro giorno hai detto che in realtà nello spazio non si vedono tante stelle perché la stazione é rivolta verso il basso (basso?), ok verso la terra, quindi non é facile guardare in direzione “spazio infinito”.

Ma mi chiedo, tu che in mezzo alle stelle ci sei stato,  tu che hai guardato noi piccole formichine dall’alto del cielo, impegnate a litigare con il vicino di casa quando lì fuori esiste un universo infinito…, come é cambiata la tua visione della vita, di te stesso, delle altre persone, del mondo? Hai cambiato alcuni comportamenti in relazione agli altri? Ti senti diverso dopo questa (o la precedente) esperienza?

Non sò bene come porre questa domanda ma insomma, te la pongo anche in maniera più materialista:
un soggiorno nello spazio, in assenza di gravità e condizioni completamente diversi da quelle all’interno dell’atmosfera terrestre, può secondo te influire/alterare la mente umana?

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Tra parentesi, la ISS é passata sopra le nostre teste proprio durante la serata. La stazione spaziale orbitante é visibile ad occhio nudo. Se volete vederla anche voi, impostate la vostra posizione in questo sito: heavens-above.com

E voi, che domanda fareste ad un astronauta?

Improvvisazione

In realtà le mie politiche di viaggio sono 3.
In ordine di importanza:

1_Non pianificare oltre i 3 giorni;
2_Non ripercorrere la stessa strada;
3_Non volare.

Tutto ciò nei limiti della possibilità e flessibilità!
Infatti i più informati di voi sapranno già, che da dove mi trovo, l’unica strada percorribile in questo momento é verso Bogotà, la capitale!
La pioggia ha messo in ginocchio la Colombia nel momento peggiore per la sua economia turistica (le feste di Natale nonchè l’inizio delle vacanze estive) e purtroppo tutto ciò é il male minore. Molte persone hanno perso la casa, altri la vita, portata via dai fiumi in piena e dalle frane, particolarmente il Rio Magdalena sta creando i maggiori disastri .

Come sempre a pagare il prezzo più alto sono le persone più povere e non perchè la natura sia crudele …
Inoltre le strade precarie, con le pareti di per sé sdruciolevoli in condizioni di normalità (solo guardandole cadono massi), finiscono bloccate da frane che si riversano a terra alla prima pioggerella primaverile.
Vi lascio solo immaginare la situazione con la forte pioggia di questo mese… la strada che porta a nord verso Santa Marta é distrutta per mezzo km e a quanto parte con circa 5 metri di sobbalzo!

In realtà ci siamo spostati a Bucaramanga, una città a 3 ore di Bus, un passo, paesaggi mozzafiato e strade invase da massi, in direzione nord di San Gil!
Paesaggio del passo da San Gil a Bucaramanga, Colombia
Siamo venuti qua cercando di guadagnare tempo e nella speranza di trovare la strada aperta almeno in direzione ovest Medellin, visto che per il nord Santa Marta dove pensavamo di trascorrere il capodanno …NO WAY BABY!
Le informazioni che si ricevono sono per lo più inattendibile, l’unica sicurezza é verificare di persona.
Risultato: la situazione invece che migliorare è peggiorata! La continua pioggia e le feste non ci lasciano la ben che minima speranza di poter proseguire nel prossimo mese, forse due.

Alex ed io in un Bar di Bucaramanga

Poi diciamocelo chiaro: Bucaramanga fa cacare! Anche la promessa Rumba (ovvero la fiesta) ci ha deluso.
Dunque che fare? Proseguire a piedi?.. mhhh ci ho pensato ma meglio di no! L’unica soluzione sembrerebbe tornare a Bogotà! Azz 13 ore in Bus back alla metropoli, per poi sparasene altrettante per raggiungere una altra destinazione? Nooooo!
All’insegna della flessibilità, per adempire alla mia politica n.2 di viaggio ho dovuto dare uno strappo alla regola n. 3: il volo. Ed é così che su due piedi ieri, spontaneamente e senza pensarci troppo, abbiamo approfittato di un offerta natalizia per Medellin e tra poche ore partiamo. 🙂
Altrimenti per trovare un altro volo accessibile ai nostri portafogli avremmo dovuto attendere fino al 5 di gennaio…. in Bucamaranga? Nooo, let’s go! Yeahh
Medellin pare sia la città più bella e vivibile della Colombia… bhe, andiamo a verificare. Se non altro da lì si aprono nuovamente le porte per il paradiso. 🙂

In quanto al gruppo di viaggio, siamo rimasti in tre! Abbiamo perso Pablo per strada, che ha scelto di ritrovare sè stesso nelle foreste di San Gil tra sciamani ed erbe miracolose…
Ora vi lascio con un paio di foto di San Gil…. devo andare. Ah qua é la 1 di pomeriggio quindi Buon Natale! See you Guys.

Cascata in San Gil

Dentro la cascata in San Gil

Mercato di frutta in San Gil

Barichara, tipico villaggio coloniale

Balene arenate, i motivi?

I recenti avvenimenti dei Capodogli arenati sulle spiagge del Gargano, mi hanno portato a pensare intensamente alla Nuova Zelanda!

La stesso problema avviene infatti anche sulle coste neozelandesi.
Probabilmente i suoi abitanti, non sapendosi dare una spiegazione, associano l’avvenimento ad una famosa leggenda, la quale narra che il popolo Maori sarebbe discendente di Paikea, arrivato in Nuova Zelanda dalle isole polinesiane, a cavallo di una Balena. 🙂

A proposito é stato scritto il libro “Wahle rider” e girato l’omonimo film.
Io ho visto il film in lingua originale (esiste anche una versione in italiano “La ragazza delle balene“) Oltre ad essere una bellissima storia d’amore tra zio e nipote, il film simboleggia a mio parere diversi aspetti e può essere interpretato in vari modi:

principalmente credo abbia l’intento di salvaguardare la cultura Maori che rischia di estinguersi per la crescita costante della presenza straniera nel paese.

Immmergere lo spettatore nella vita dei Maori- Per lo meno io, guardando il film in lingua originale, ho rivisto negli attori i moderni Maori, sia nel modo di parlare che di comportartamento.

vuole essere una bellissimo film per la famiglia, una favola che insegna importanti verità, indipendentemente dalla cultura che rappresenta.

probabilmente aiutare la salvaguardia delle balene alla sua estinzione per la caccia subita. Anche se non ne parla direttamente credo che il film possa avvicinare la gente a questo favoloso cetaceo.

Ora, tornando agli avvenimenti pugliesi… le domande che ci facciamo sono le stesse che rimangono aperte nel film:
Perché le balene si sono arenate? Lo hanno fatto per un motivo? o forse sono state chiamate da qualcuno?

Giro del mondo in moto!

Oggi voglio dedicare un post a Gionata Nencini, un ragazzo toscano che ha scelto un modo particolare di vivere la sua vita: viaggiare per il mondo!

Ma ciò che cottradistingue Gionata dagli altri viaggiatori, è che lui ha deciso di farlo in moto! A bordo di una Honda Transalp, con poca esperienza, pochi soldi, un pò sprovveduto… ma con un gran ottimismo, senso di adattamento ed una gran voglia di avventura!
Come potete immaginare ho una certa ammirazione per le persone come lui, non per le difficoltà ed il coraggio del modo particolare di affrontare la vita ma per la sua capacità di distinguersi dall’ “uomo comune”!

In modo particolare ho apprezzato l’aforisma che compare nella Homepage del suo sito Partireper.it :

Il Viaggiatore sta al turista,
come l’uomo che seduce una donna, sta a colui che paga una puttana.

Vi faccio spiegare direttamente da lui i particolari della sua avventura:


Una storia simile è quella di Giorgio Bettinelli che con la sua vespa (regalatagli per caso in Indonesia come rimborso di un debito), ha percorso in un solo viaggio, durato tre anni e otto mesi, 144.000 chilometri attraverso 90 nazioni diverse, in 5 continenti, dalla Terra del Fuoco in Cile a Hobart in Tasmania.
Giorgio è morto lo scorso settembre dopo un improvviso malore dovuto ad una strana infezione contratta nel sud della Cina , dove viveva da qualche anno.
Per saper di più sulle sue avventure potete comprare uno dei suoi libri oppure leggere il suo blog e quello dei suoi sostenitori:
giorgiobettinelli.com
giorgiobettinellifansclub.it
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The Traveller is compared to the tourist,
as the man that seduces a woman is compared to whom pay a prostitute.

A Journey into the World by motorcycle: Partireper.it

Articolo su Glamour

Ciao, vi comunico che nel numero di febbraio del mensile Glamour, uscirà un articolo su di me e sulla mia esperienza in Irlanda. ➡
Teoricamente la rivista dovrebbe uscire in edicola nei prossimi giorni!
Se lo leggete fatemi sapere com’è… io dovrò aspettare il mio ritorno in Italia! 🙄

Thank’s

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Hello, in february on the italian version of the magazine Glamour will be released an article about me and my experience in Ireland! ➡


Let me know if you read it! I have to wait when I will be back to Italy!
Thank’s