Da qualche mese mi sta bazzicando in testa un’idea folle:
Camminare il cammino di Santiago
Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso che i pellegrini fin dal Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela, presso cui ci sarebbe la tomba dell’apostolo Giacomo il Maggiore.
Le strade francesi e spagnole che compongono l’itinerario sono state dichiarate Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Si tratta grossomodo (a seconda del sentiero e dell’allenamento) di un percorso di 800 km per la durata di 1 mese. (cit Wikipedia)
Forse è un po’ sopra alle mie possibilità… ma volere è potere.
Ad essere sincera è da anni che ce l’ho in testa, una volta sono anche arrivata al punto di percorrerlo ma, in quel preciso momento, i segnali mi indicavano direzione diversa che mi hanno portato laddove sono adesso ma soprattutto a chi sono adesso. E ne sono contenta.
I milioni di pellegrini in cammino ogni anno, percorrono Il cammino di Santiago, oltre che per scopi religiosi, per ritrovare la pace interiore o per capire cosa fare da grande. Nel mio caso credo che non sia né il primo né il secondo, chissà forse un po’ il terzo. Più che altro per pensare a quello che sto facendo.
In certo modo, credo di averlo già percorso il MIO “cammino di Santiago” nel senso più profondo, interiore e spirituale del suo significato, durante il mio viaggio di 6 mesi in Nuova Zelanda-Australia-Indonesia. Non ho quindi bisogno di ritrovare me stessa, non ho problemi significativi e mi interessa poco la tomba di Santiago.
E allora la domanda sorge spontanea:
PERCHE’ LO FAI? (disperata ragazza mia)
Fino all’altro ieri non ne avevo idea, la risposta me la sono data parlando con un altro ragazzo che ho conosciuto un paio di settimane fa, lui reduce del cammino per motivi psicologici/personali. Come spesso accade, scopro ciò che si nasconde nel mio cervello nel momento in cui parlo con qualcuno, ovvero do risposte ad altri e nello stesso momento a me stessa…. Curioso ma è così. Segno che non penso a sufficienza.
In realtà, percorrere il cammino di Santiago, nella sua difficoltà, è una sorta di comodità. Lungo tutto il percorso ci sono alloggi per pellegrini economici (o a offerta), gestiti da volontari, il sentiero è ben segnalizzato e organizzato.
Anche per me, che normalmente evito come la peste tutto ciò che è turistico, in questo caso è un vantaggio, altrimenti sarebbe troppo estremo. E’ anche vero che quando lo scorso anno sono stata a Roncesvalles, una delle prime tappe del cammino, ho avuto un’impressione non del tutto positiva. In un’ora ho visto almeno 20 pellegrini, e tutto questo a 790 Km da Santiago de Compostela. Forse un po troppo turistico? Forse sì ma sono cosciente che non è turismo da hotel all-inclusive, sono sicura che lungo la strada conoscerò gente interessante. In realtà ci sono vari percorsi alternativi meno frequentati, sto valutando…
Ma quindi cosa mi porta a intraprendere questa impresa? (eh si impresa per quanto turistica sia, non è da tutti camminare 800 km)
Sono sicura che durante il cammino, o quando dovrò alzarmi la mattina con davanti 30 Km sotto la pioggia arriverà la fatidica domanda: “Ma chi cazz me l’ha fatto fare?”
Ne sono cosciente e non ci sarà alcun dubbio nella risposta: “Estoy loca!”, e poi di nuovo giù, a testa bassa, a camminare.
Il vero motivo che mi porta ad intraprendere questa avventura, è prendermi cura di me stessa e del mio benestare fisico/mentale. Ho bisogno di tornare a pensare intensamente, di stare sola, di soffrire e di uscire dalla routine (sebbene una routine di “lusso”), di ricordare a chi mi sta vicino chi sono veramente.
Ed io sono questa, una persona che non si accontenta… per quanto la mia vita sia meravigliosa, comoda e divertente non me la sento di adagiarmi nella “vitachepassaenonmeneaccorgo”. Ho bisogno di un anno da ricordare per qualcosa di inteso, ho bisogno che la vita non mi sfugga dalle mani, che il tempo passi lentamente per almeno 5 settimane.
Un’altra ragione da non sottovalutare, è la necessità di uscire un periodo da Tenerife. Chi ha vissuto su un’isola sa quello che intendo. Ho voglia di aver voglia di tornare a Tenerife, ho voglia di aver voglia di tornare alla mia “routine”. Non fraintendetemi, sto bene ma sò che il mal d’isola è in agguato!
Prevenire è meglio che curare! Diciamo che il cammino vuole essere il mio rimedio naturale. (Certo sarebbe meglio un bel viaggetto di tre mesi in Asia ma adesso non è il momento. 😉 )
Inoltre, anche se Pellegrinare non è mai stato “il mio grande sogno”, è comunque un viaggio che mi sarebbe sempre piaciuto fare e adesso è arrivato il momento. Per lo stesso motivo ho fatto cose nella vita di cui oggi ne vado orgogliosa. Impaurita, ho preso decisioni pensando : “magari domani non avrò la possibilità di farlo e me ne pentirò”. Questo si chiama vivere l’oggi!
Ma passiamo alle
INFORMAZIONI PRATICHE
Naturalmente ci sono vari aspetti da valutare prima di partire:
–Tempo : il tempo è mio! 🙂 Questa è stata la più grande conquista della mia vita e ne vado orgogliosa! Quindi usiamolo.
Purtroppo (o per fortuna) dovrò anche lavorare. Sotto il punto di vista spirituale, il pensiero lavorativo mi distrarrà dal vero scopo: pensare a me stessa. Ma questo fa parte del compromesso. Dovrò essere brava ad unire stanchezza con lavoro. Immagino che dopo 8 ore di cammino non sia facile mettersi al computer. D’altronde non ci sono alternative.
Certo sarebbe bello partire liberi da ogni pensiero e disconnettersi completamente dal mondo virtuale ma questo è un’altro sogno…
–Peso: non mi spaventano i Km, mi spaventa lo zaino che dovrò portarmi sulle spalle. Perfortuna ho già esperienza di viaggi leggeri. Nel viaggio in Sudamerica di 5 mesi mi son portata 11 Kg. In questo caso dovrò essere più brava ma purtroppo ci sono pesi che non si possono evitare. Calcolo un 6-7 kg? ahimè devo portarmi il computer per lavorare.
–Soldi: Purtroppo (o perfortuna) non sono ricca, anzi sono piuttosto povera (ma felice). Ho calcolato all’incirca 25/30 euro al giorno? più spese di contorno, come viaggio, giorni di sosta etc.
In caso di condizioni economiche scarse sicuramente si può stringere un po’ la cinghia.
–condizione fisica: sono sempre stata una persona abbastanza sportiva, da un anno molto meno. Per prepararmi andrò a correre due volte alla settimana un’ora e la domenica una camminata in montagna. Credo in un mese di essere più o meno in condizione.
– condizione mentale: qui casca l’asino, è molto più importante di quella fisica, scrivendo questo post mi sto allenando.
– Percorso: L’idea è di percorrere tutta la Spagna, partendo dalla frontiera Francese Saint Jean Pied de Port fino a Santiago di Compostela o chissà Finisterre (Cammino Francese). Calcolo all’incirca 5-6 settimane perché ci saranno giorni che mi fermerò a lavorare, chissà ogni 3-4 giorni, a seconda del lavoro. Comunque, mi riservo la possibilità di percorrere solo un paio di settimane se compaiono problemi fisici, economici, mentali. Non devo dimostrare niente a nessuno.
-Lavoro: in realtà è la mia preoccupazione principale. Suppongo che la maggior parte degli albergues non siano forniti di WiFi e non sempre troverò bar dove potermi agganciare alla rete. Posso connettermi anche con il telefono (con scheda spagnola), usandolo come modem ma in certe località sperdute non ci sarà connessione. Insomma, un casino! La priorità è il lavoro, se dovrò cambiare programmi, saranno cambiati.
Come sempre il motto del viaggio: El Plan es no tener Planes! 😉
Ci rivediamo presto su questi schermi. Ogni commento sarà un supporto morale. Ciao
Saluti da Alida e buona camminata!