Grecia (Mar Ionio)
Inizio 01/08/2005 – Fine 08/08/2005
PREFAZIONE:
Ci sono posti che richiamano pace…posti che richiamano ribellione, ogni viaggio è una storia…la mia è semplice ma profonda. Paxos è un’ isola dello Ionio, Grecia. Una meraviglia naturale che non credevo di trovare. Un mare stupendo e tanto divertimento. Son tornata da questo viaggio e faro’ tesoro del ricordo. Amo il mare e quello di Paxos è uno dei milgiori che fino ad oggi ho visto. Il cibo era di nostro gradimento e il tempo è stato quasi sempre dalla nostra parte, otto giorni di mare, esplorazione, sorprese e fotografie. Ho scelto l’isola perche’ nessuno me ne aveva mai parlato e nessun tour operator l’ha mai pubblicizzata, insomma mi sembrava un buon posto recondito dove metter piede. Dal primo all’ultimo giorno ho sfruttato il mio tempo per conoscere quest’isola. A sud si estende una piccola “figlia” di Paxos che credo non abbia nulla da nascondere e da invidiare alle maldive….un paradiso terrestre immerso nella natura dove il mare era una piscina e l’acqua un incanto. La vita dell’isola di Paxos era “cool” e l’ho vissuta da Vip e da Yppie allo stesso tempo…il nostro fulcro e riferimento era Gaios, una sorta di Capoluogo d’isola, ogni sera passeggiare lungo il porto voleva dire vedere yacht di ogni genere, l’invidia non mi lasciava vivere…se penso che per ogni piccolo viaggio che ho dovuto dare in vita mia ho dovuto fare sacrifici…pero’ apprezzo ogni posto che mi ha accolto. Le nuove culture che ho conosciuto mi hanno insegnato tante cose, i greci sono millenari, famosi, storici e mistici. Paxos è affascinante e ribelle, nuda e cruda madre terra agli occhi dei turisti. Famosa per gli ulivi, l’olio di oliva, le olive……le calette mozzafiato e le grotte rocciose nella costa frastagliata…è piccola, troppo piccola e questo l’ha salvata dal turismo selvaggio e di massa, è un angolo di paradiso dove rilassare mente e corpo e dare vita ai sogni e agli svaghi.
Scriverei giorni e giorni su questo posto e su cio’ che ho provato, visto e sentito. Ogni novita’ era una scoperta da fotografare e il mare l’alamento principale. Non è andando lontano che si trovano i posti migliori. Un consiglio:
visitate i siti relativi all’isola, e magari in un periodo di vacanza, scegliete di trascorrere del tempo a Paxos, a me è piaciuto molto e credo che la natura abbia molto da mostrare in un posto cosi’.
Sotto Corfu’, non lontano dall’Italia, a sei ore di Catamarano da Brindisi…..un posto agreste e un’isola calda….calda nel clima e calda nell’animo. Se amate olive, cetrioli, pomodori, peperoni e cipolla……mangerete sicuramente bene, se amate le ambientazioni soft e i locali con luce soffusa, vi troverete a vostro agio, se amate fare i fachiri sulle piccole spiagge di sassi, non avrete problemi.
un consiglio sull’abbigliamento: portatevi un indumento per le sere di forte vento……poche gonne e tanti pantaloni per cavalcare gli scooter.
DIARIO:
01/08/2005
Chi l’ha detto che per trovare posti paradisiaci bisogna fare il giro del globo???? Certo è che ogni posto al di fuori di casa propria…è bello se visitato da turista….
Io son sempre uscita vincitrice da ogni viaggio fatto fino ad oggi…sara’ per il fatto che amo da morire viaggiare…amo da morire il mondo…e in questa afosa, ma non troppo, estate 2005, il mio budget mi ha portato in Grecia. Marzo 2005, carta geografica dell’Europa alla mano…nord, sud, est, ovest…”Ma…cosa c’è li sotto…sotto Corfu’, c’è qualcosa…cos’è quel puntino minuscolo che si intravede appena…”
Carta geografica della Grecia, Isole del Mar Ionio…..”Isola mai sentita, ma è piccolissima…si chiama Paxos….pero’, mi incuriosisce quest’isola, andiamo a curiosare su internet…..”
“Paxos and Anti Paxos can be found 14 kilometres south of Corfu, 20 kilometres to the east is Parga on the mainland of Greece. Paxos covers an area of some 19 square kilometres and is one of a cluster of picturesque small islands set in the Ionian Sea. Paxos has no airport, can only be reached by ferry boat or flying boat, a recent introduction. Paxos therefore, has been able to protect itself from the strain of modern tourism. You will find the pace is still unhurried, very relaxing with genuine friendly Greek hospitality at its best. Paxos has a permanent population of approximately 2,300 inhabitants, there are three main villages Gaios, largest then Lakka and Loggos………………………………”
A dire il vero a portarmi in Grecia non è stato solo il mio budget ma il Catamarano della Snav, e le isole sono state quelle di Paxos e Antipaxos, delle quali si sente parlare troppo poco….tutto cio’ unito alla curiosita’ di andare in un isola greca di cui non avevo mai sentito parlare…non si trattava di Rodi, Mikonos, Kos, Santorini…..Si trattava di Paxos…..
Primo Agosto, porto di Brindisi…caldo, check in molto striminzito e via all’imbarco vero e proprio, alle dieci del mattino. Nella modesta sala d’attesa del porto, troviamo una coppia diretta nella medesima isola, una coppia di italiani nordici non troppo simpatici, che si attaccano a noi a mo di francobollo non smettendo mai di parlare….Il Catamarano Veloce, che impiega la meta’ circa del tempo di un normale traghetto a solcare quel tratto di mare che divide la Puglia dalla seconda isola greca piu’ vicina a noi (italiani), mi ispirava abbastanza fiducia da farmi addormentare dopo un’ora di viaggio…
A grandi linee sembrava di stare su un aereo, tranne per la presenza di un punto bar di ritrovo e un secondo piano “belvedere” dove era sconsigliato prendere posto durante le traversate con mare mosso. Giornata soleggiata…aria condizionata al massimo…televisione per intrattenere i passeggeri…quel colore bianco-blu dell’imbarcazione mi portava con la fantasia ad immaginare gia’ cio’ che ne sarebbe stato di me in Grecia…ma effettivamente fu molto, molto di piu’…
Ore 18:00 (ora locale di Paxos; 1 ora in piu’ rispetto all’Italia) sbarchiamo finalmente nel piccolo porticciolo di Gaios, porto e citta’ principale dell’ isola, dopo aver fatto scalo a Corfu’ che dista un ora circa di Catamarano dall’ isoletta paradisiaca. Finalmente i piedi per terra, temperatura buona, sole, venticello, …prima cosa da fare buttare lo sguardo verso il mare…limpidissimo, azzurro, verde, bianco, insomma ero nel posto giusto, al momento giusto.
Ritirato l’umile bagaglio, in modalita’ manuale-scaricatore di porto….,cartina alla mano per seguire le indicazioni dateci dall’agenzia organizzatrice al fine di raggiungere la nostra abitazione…dopo dieci secondi ecco apparire un omino barbuto che carica il tutto (compresi noi) in macchina alla volta di Carols Nest, lo studios da noi affittato per questa vacanza greca. Dopo dieci minuti di tornanti in salita, stradine non asfaltate, ulivi, natura selvaggia, casette sparse…arrivati! “Cavolo, dove ci hanno portato? Ma non dovevamo essere vicino al centro? Mah…” La villetta era molto molto stile Country. Una casetta in pietra, immersa nella piu’ recondita natura di ulivi, in piena collina, dehors in pietra, sdrai e tavoli in legno. Il boss e anche il nostro riferimento era il padrone di casa che viveva sul retro della nostra abitazione, Gordon, inglese verace di Oxford, in pensione…che per scelta aveva detto addio alla pioggia e le nubi dell’ England e ora viveva li, nell’isola del sole, degli ulivi e del mare…a terminare i suoi giorni nella tranquillita’ e ozio di quel tipo di vita surreale… Lui si che sa godersi la vita… Unico piccolo problema poi risolto, parlava solo l’inglese…ma abbordabile…. Che dire, l’omino barbuto ci aveva appena abbandonato nelle mani dell’ English man che dopo una breve escursione in casa e una breve spiegazione di “what and where”, “cosa e dove”…ci aveva abbandonato alla nostra vita da vacanzieri italiani.
L’emozione era tanta…la curiosita’ ancor di piu’, ma…dovevamo immediatamente procurarci un mezzo di trasporto dal momento che noi e il centro citta’ eravamo separati da almeno 2 km di collina piena zeppa di ulivi…quindi dopo una breve visione per capire come eravamo stati sistemati e devo ammettere “benone”, gambe in spalla alla ricerca di un sentiero che ci portasse nel centro di Gaios… Quante volte ci siamo persi? Due…non si vedeva il mare e neanche un’insegna che indicasse il centro abitato…tenta e ritenta, temperatura calda per essere le 18:30 circa…alla fine trovammo l’asfalto e anche il centro. Prima tappa obbligatoria: Vessilis Rent Bike. Come primo impatto non fummo poi cosi soddisfatti della gente del posto, non erano molto cordiali e tanto meno si sforzarono di comunicare con noi…Pero’ dopo mezz’ora sotto i nostri amati fondoschiena c’era uno scooter apparentemente nuovo e in buono stato…che ci avrebbe portato ovunque…con il pieno nel serbatoio…peccato fosse vuoto.
La stazione di servizio carburante era fortunatamente un passaggio obbligatorio per rientrare a casa, dopo un pieno di ben 7 euro la prima cosa da fare era tornare a casa con un po’ di viveri per permetterci di sopravvivere alla prima notte greca!
Breve giro panoramico di Gaios e avvistiamo un piccolo supermarket che con 40 euro ci fornisce di pochi generi di prima necessita’ come: zucchero, caffe’, pasta, sale, detersivo…poi dicono che la Grecia non è expansive…ma vorrei sapere chi le dice…queste idiozie! Il tragitto per arrivare a casa fu tortuoso…anche perche’ non ricordavamo bene la strada …tenta e ritenta…19:45 CASA!!!
Niente di meglio che disfare le valige, mettersi in quadro, doccia, nonche’ un’ulteriore analisi della casa, del giardino, dei dintorni…la pace era con noi e contro di noi…solo rumore di cicale, ulivi, aperta campagna…silenzio assoluto e una brezza marina tutto intorno a Carols Nest.
Io suppongo di non aver mai trovato un alloggio cosi’ pulito e organizzato, aprii il frigorifero per mettere la spesa al fresco…acqua e latte erano gia’ forniti dall’ospitalita’ di Gordon e compagnia bella…piu’ di cosi’ solo un Lucano mi avrebbe fatto rabbrividire…
Dopo una cena scarna ma sufficiente, prima cosa in cima alla lista delle priorita’ era uscire e andare a vedere com’era la vita notturna di quell’ isoletta…vedere dove la gente bazzicava, dov’erano appostati i locali migliori, com’era quella Gaios tanto ambita e magari poter fare gia’ un paio di fotografie. Scooter sotto i sederini d’oro, minigonna delle grandi occasioni, che in scooter era un indumento inesistente…praticamente nuda, via nelle viuzze di Paxos. Finalmente in centro, eravamo molto curiosi di esplorare il nostro territorio e infatti quella serata la trascorremmo tra botteghe di articoli da regalo, passeggiata lungo il porto di Gaios, fitto di Yacht di ogni genere e forma, lunghezza e colore…Forse l’isola era very expansive in quanto un po’…d’elité….diciamo che il tenore di vita dei villeggianti in Paxos era molto al di sopra delle mie aspettative.
Ristoranti, bar, cocktail bar, music bar, tanti turisti e tanta armonia festaiola nell’antica Grecia…
02/08/2005
Alle 11:00 a.m. Gordon arrivo’ con l’aspirapolvere, gli asciugamani puliti, la fascia in fronte stile tennista e tutto l’occorrente per le pulizie di Pasqua….e fu allora che mi dissi: altro che albergo, villaggio turistico….qui è molto molto meglio. Addirittura le pulizie in grande stile fatte niente po po di meno che ….dal padrone di casa….alla faccia dell’organizzazione!!
Avevamo fatto una sana colazione con dei croissant dimensione “deserto del Sahara”, introvabili altrove, non potevamo far altro che andare a tastare le spiagge, il mare, il sole, l’acqua di quel posto agreste. Ormai noi e lo scooter eravamo diventati una sola cosa…zaino in spalla, partenza…dal centro di Gaios, seguendo la strada che costeggiava il mare verso Sud, avvistammo oltre ai paesaggi mozzafiato e le calette rocciose, una bella spiaggia (di sassi) bianchi con poca gente e un mare da tuffo istantaneo, parcheggiammo il bolide al di fuori dal territorio multabile e giu’ per la caletta…. Certo è che senza materassino o lettino, era un toccasana per il corpo adagiarsi sulle pietre o scogli con il solo telo mare…ma lo facemmo…crema solare su tutto il corpo…primo bagno, acqua fresca, giornata stupenda. Cosi’ fino al primo pomeriggio, tra una fotografia e una grotta dove trovare una mezz’ora di ombra, una passatina di crema e la fame comincio’ a farsi sentire… Gia’ un po’ bruciacchiati dal Solleone del 02 Agosto, alzammo le suole dalla famelica caletta “paradise beach” alla volta di un punto di ristoro…centro Gaios, ristorantino-grill all’aperto, molto carino e soprattutto molta fame!!
All’ombra di un grande ombrellone da dehors, gustammo un succulento pranzo semi-veloce e semi-turistico facendo conoscenza con un papa’ corredato di 2 piccole pesti bionde, erano appena sbarcati e in attesa che la loro casa si liberasse dai turisti precedenti…Costui era un assiduo frequentatore di Paxos da 30 anni e imbastiva termini greci a noi sconosciuti. Pagammo il conto e scappammo alla ricerca di un’altra caletta che rapisse la nostra curiosita’….Scooter sotto natiche e…via…..la caletta del pomeriggio fu meno felice della caletta del mattino, meno incontaminata e piu’ affollata (12 persone) ma tra un bagno e l’altro, un video digitale e un paio di fotografie non tardo’ a trascorrere il tempo che in vacanza si sa, passa in fretta…. Fu quel pomeriggio che incontrammo in spiaggia due coppie di persone un po’ sovrappeso il cui humor era rumorosamente denotato dalle terrificanti risate delle 2 donne, che a mollo in mare per due ore, non ci diedero pace…pero’ assistemmo a diversi discorsi in lingua del posto…che per me equivaleva all’arabo o l’aramaico antico… Mi sentivo un po’ cotta dal sole e un po’ tirata dal sale, era giunto il momento di una doccia rigeneratrice e magari di una cena fuori per assaporare le specialita’ del posto, si era proprio giunta l’ora…. Dopo un piccolo tour nel centro, un passaggio sul lungomare ad altezza porto per vedere quali erano i nuovi yacht arrivati, un salto al supermarket a rifarci gli occhi e aguzzare la libido della golosita’, ……casa.
Avevamo un nuovo amico gatto, a dire il vero ne era piena zeppa tutta l’isola di gatti, e li avevamo anche in giardino, scorrazzanti tra il bucato steso, il mio nuovo amico si fece anche avvicinare e accarezzare… mi dedicai a: toiletta, lavasecco, cenerentola ed eravamo abbastanza pronti per cenare in un tipico ristorantino greco, l’ideale per inaugurare la nostra vacanza che era cominciata bene… altra minigonna delle grandi occasioni, …centro Gaios, ristorante in front of the sea, uno dei piu’ belli e grandi, con ampio dehors esterno, di fronte al porto che pullulava di gente, insalata greca, sufflaki di manzo, yogurt greco con miele, cenetta romantica ma non troppo. Incappammo in Gordon a cena con la famiglia e altre mille persone che cenavano al nostro stesso ristorante. Fu una bella cena che si prolungo’ fino a tarda serata… E intanto gradivamo molto il fatto di essere al mare, in vacanza, lontani da tutto e tutti, volarono commenti vari sul posto, il mare, il caldo, la casa, Gordon e cosa avremmo fatto il giorno dopo: Antipaxos fu la risposta.
Antipaxos è una piccolissima isola a sud di Paxos, disabitata d’inverno, 3 km quadrati, a cui si giunge solo in barca da Paxos con gite organizzate ad orari previsti da ogni porto principale dell’isola. L’isoletta che avremmo visitato il giorno seguente, è un paradiso terrestre, paragonabile agli atolli delle Maldive, dove si rimane incantati solo per la limpidezza del mare e la bellezza del posto. Antipaxos da Gaios dista 15 minuti a velocita’ sostenuta di barca a motore, è un’escursione obbligatoria per ammirare la bellezza incontaminata e un posto dove chiunque vorrebbe trascorrere la propria “pace dei sensi”. Prima di andare a letto quella sera approdammo in un locale fronte porto, o meglio fronte yacht, molto “In”, luci soffuse e musica altissima, tavolini esterni, camerieri che comprendevano la nostra arcaica lingua italiana e prezzi accessibili. Trattamento da turista-re, il cameriere prese l’ordinazione consistente in 2 mojto, che ci vennero serviti con tanto di stuzzicherie…..di olive greche, carote, cetrioli greci…..abbastanza caraibica la cosa no? Mi sentivo molto Vip li quella sera, sorseggiando, fumando, sapendo che ero solo all’inizio di quella vacanza rilassante e curiosa….. Il cameriere era un ragazzone greco dai capelli e occhi neri, stazza notevole (scoprii poi successivamente essere un surfista). Quella sera, a casa facemmo una pausa di riflessione sugli astri, a luci spente, col naso all’insu’, seduti in giardino…ad ammirare la moltitudine di stelle che si vedevano da quella piccolissima e insignificante isola che su certe carte geografiche non è neanche segnalata….. Fu un’emozione non da poco quel cielo stellato…quella notte….parlammo di piramidi egizie, costellazioni, pianeti, sistemi solari….fino a tardi…La notte fu fresca e porto’ con se riposo…
03/08/2005
Sveglia ore 10:00, partenza dopo lauta colazione dalle enormi brioches greche, in tempo utile per prendere l’imbarcazione delle 12:00 per Antipaxos….zaino, telo mare, macchina fotografica, videocamera, creme solari, cappellino in testa…..15 minuti e l’arrivo nell’eden! Rimasi allibita. L’acqua era talmente limpida che se sul fondo ci fosse stato un granello di sabbia grigio…l’avrei visto….
Sabbia bianca, acqua azzurra, si ero alle Seychelles…..no ero in Grecia e neanche tanto lontano dall’Italia…….ma tu guarda certe volte…a saperlo…..
Eravamo tutti esterrefatti con le falangi spalancate…, la barca ci lascio’ su un piccolo molo panoramico che in tardo pomeriggio veniva ricoperto dall’alta marea….di fianco solo sabbia bianca e mare, qualche agglomerato di flora marina qua e la…..senza infradito non esitai a camminare in quell’acqua fino a raggiungere la spiaggia attrezzata di lettini a pagamento. La spiaggia di pietre bianche, era corta e ripida verso il mare, e dall’altro lato si trasformava in una stradina che portava fino al bar….. Vegetazione era la parola d’ordine in quel posto…..la spiaggia dove eravamo era una piccola insenatura in una montagna verde…..in cima….un ristornate belvedere che fu oggetto di diverse fotografie nella nostra pausa pranzo. Dopo essermi assicurata un posto in prima fila sotto il sole…presi colei in grado di immortalare i momenti magici e mi diressi verso il piccolo molo… Fotografie a piu’ non posso e in qualsiasi direzione….mare, cielo, barche, montagna, natura, ……tantissime imbarcazioni stazionavano a pochi metri dalla riva, arrivate da non so dove, le cui persone che vi erano imbarcate, erano li per fare quello che tutti stavano facendo…..foto, bagno, tintarella, relax…..
Quel giorno non ebbi esitazioni….feci almeno 350 volte il bagno in quello spettacolo della natura chiamato mare, e la giornata era veramente fantastica, calda e soleggiata. Tanti i turisti presenti e tanti arrivarono dopo di noi, i lettini erano finiti e la gente continuava ad arrivare, io terminai il rullino e ne misi un altro…..era impossibile non essere rapiti da quelle bellezze della natura…..Madre natura aveva veramente fatto un capolavoro in quell’isoletta…. Dopo una salita di centinaia di gradini di pietra che arrampicavano sulla montagna verdeggiante, arrivammo al belvedere. Be’ la visuale da lassu’ toglieva le forze, il fiato, la curiosita’ e metteva appetito….il tavolino fronte balaustra a strapiombo sul mare su quella terrazza era il meglio che potevamo ottenere…Ordinazione abbondante rigorosamente di cibo greco, e fu la volta di immortalare altri momenti e altre immagini, faceva caldo, eravamo soddisfatti e i nostri occhi si riempivano di immagini… il ristorante era in perfetta armonia con la natura circostante, da una piccola discesa si arrivava ad una terrazza con dei tavoli e sedie, in un angolo un’amaca per i piu’ pigri… con molta comodita’ facemmo il break del pranzo, osservando i vicini di tavolo, osservando il mare sotto di noi, osservando la montagna rocciosa e a tratti verdeggiante che ci attorniava.
Con lo stomaco che traboccava scendemmo giu’ per la scalinata per finire la nostra corsa sui lettini al caldo torrido del sole delle 14:30. Quel giorno fui veramente soddisfatta del posto in cui ero e mi promisi di ritornarci prima di ripartire….continuavo a guardare e riguardare quei paesaggi, quel mare, quell’acqua…..rapita dalla bellezza continuavo a ripetermi nella mente che da li a poco sarebbe solo rimasto un bellissimo ricordo di quel posto……e volevo godermelo tutto fino alla fine, fino in fondo. L’imbarcazione che ci riporto’ a Gaios alle 18:00 aveva il fondo trasparente e si poteva ammirare il mondo sottomarino di quelle acque fantastiche…..
Al porto sbarcammo e non tornammo a casa se non dopo un lungo giro di ricognizione sul lungomare fronte botteghe…. Ormai avevamo girato quel posto abbastanza e fatto fotografie e il pensiero fu quello di cambiare aria il giorno dopo…..magari andando a cercare una spiaggia in un altro paese….li vicino…..il vento cominciava a soffiare, le onde ad infrangersi ed il mare ad incresparsi…..la serata si sarebbe presentata fresca…..anzi fredda!
Cenammo a casa e quella sera non uscimmo…vuoi la stanchezza….vuoi il vento…..vuoi il dolce far “poco” che ti prende in quei casi…..rimanemmo a casa e dopo cena caddi in un sonno agitato, senza dubbio avevo bisogno di riposare, ma fino a tal punto….
04/08/2005
Il mattino del Giovedi’ alle nove ero gia’ attiva…..colazione, costume……zaino……ma quando misi il becco fuori dalla porta di casa……haime’ il vento non si era per niente placato…anzi…e il tempo non era dei migliori……”imprecazione”……no il brutto tempo no!!!!!……
Visto che niente e nessuno ci avrebbe mai fermato, a cavallo dello scooter quella mattina decidemmo, dopo un giro in centro dove captammo che nessuna imbarcazione sarebbe partita dal porto al fine di escursioni varie perche’ il mare forza 7 non lo permetteva….., di andare a far visita alla ridente cittadina di Lakka, all’estremo nord dell’isola (10 km di distanza). E fu cosi’ che intraprendemmo il viaggio…..che fu comunque un’impresa con lo scooter, il vento si faceva sentire e i paesini fantasma che attraversammo per arrivare a Lakka ci immergevano in una realta’ da Far West…..o Canion…..ogni tanto una chiesetta….una stradina che saliva verso l’interno….. costeggiammo il mare finche’ la strada ce lo permise……Lakka era un piccolo paesino, pittoresco e agglomerato sul piccolo porto…..spiagge affollate ma organizzate, un camping, casette e viuzze, turisti, bar, ristoranti, un tratto di passeggiata belvedere mi fece terminare l’ennesimo rullino….Osammo dire che Gaios era piu’ bella…l’acqua del mare piu’ limpida…..il paese piu’ grande….quindi ci definimmo fortunati….
Dopo un giro “di boa” per le vie di Lakka, il pit-stop per il pranzo venne effettuato presso un ristornate sul porto….molto sul porto, il tavolino era a ridosso dell’acqua….se allungavo il braccio…toccavo l’imbarcazione del simpatico pescatore greco che per “default” era anziano, abbronzato, barbuto, trasandato e…stanco! Devo ammettere che se c’era una cosa che non ci negavamo mai…..era mangiare “come Dio comanda”, non saltavamo mai un pasto, sempre in posti molto belli e pittoreschi…cucina tipica, gatti intorno al tavolo, anche quello era tipico!
Fu un pranzo succulento, lento e lungo, direi rilassante, dove una moltitudine di gatti si azzuffavano attorno ai nostri piedi per prendere al volo un pezzetto di formaggio, carne….pane, mangiavano qualunque cosa, quel giorno avevamo ai nostri piedi madre e figli. Simpatica la ragazza greca che ci servi’ chiedendoci la nostra provenienza italiana, cercando il colloquio e cercando anche di capirci visto che intuiva l’italiano. Dopo pranzo, colti dalla nostalgia di Gaios, tornammo nella Big Apple, facendo rotta verso la piu’ vicina spiaggia accessibile di Gaios. La trovammo, ci fermammo…..chi incontrammo????? L’amico cameriere del bar che approfittava della giornata ventosa per fare windsurf in quel mare freddo come il ghiaccio e mosso. Passammo in spiaggia il resto del pomeriggio cercando di abbronzare i nostri corpicini che gia’ tendevano al color “terra”, cercai di fare il bagno, l’acqua era di una freddezza da far riattivare la circolazione sanguigna….il vento non sembrava volersi calmare, la spiaggia era molto gettonata forse perche’ era la piu’ vicina al centro….c’era tanta gente, turisti, greci, isolani, bambini, un ragazzino faceva immersioni con maschera e pinne…..le ragazze in topless prendevano il sole del tardo pomeriggio, io cercavo di rinfrescarmi ogni tanto senza immergermi…il sole era comunque caldo.
Quando decidemmo di fare shopping erano le 17:30 e tra regali e regalini, souvenir e calendari fotografici, aperitivo, giretto panoramico, passeggiatina, analisi delle possibilita’ che il tempo migliorasse il giorno seguente e ci permettesse di prendere il mare verso un posto recondito…..arrivammo alla conclusione che potevamo andare a casa.
La cena fu preparata dalla sottoscritta che dopo aver lavato costumi e copri costumi, si delizio’ con una rilassante lettura in italiano, sul lettino da giardino in legno che stazionava ancora per poco al sole, con una coca cola light sul piccolo tavolino, lessi Caty Reichs fino a sentire il freddo del vento sulle spalle quando ormai il sole era calato dietro i nostri ulivi…. Quella sera cenammo tardi e uscimmo altrettanto tardi con giubbotti e maglie…..faceva freschetto sul serio…..sul porto il vento soffiava e sullo scooter ancor peggio. Il nostro locale preferito ci accolse, riconobbi il cameriere surfista, bevemmo, sgranocchiammo, chiacchierammo e ammirammo i passanti, le barche ormeggiate, fu una lunga serata, che comprese anche la solita passeggiata lungo mare, visione di vetrine e bancarelle, fotografie. La speranza che il giorno seguente saremmo potuti andare altrove via mare…si dileguava sempre piu’, ad ogni folata di vento…ad ogni onda che si infrangeva sul porto…le previsioni erano tristi……e quindi non c’era soluzione migliore della famosa spaghettata di mezzanotte….che per noi avvenne alle 02:00 del mattino. Infatti arrivati a casa, ci barricammo dentro in quanto il vento soffiava dal mare sufficientemente forte da intrufolarsi in casa e chiudere con uno schianto porte e finestre (rigorosamente azzurre come tradizione greca vuole…).
La consolazione avvenne con un piatto di maccheroni, diciamo “all’italiana”, foto che mi immortalava attaccata ai fornelli alle 2 del mattino…videocamera posta sul tavolo che riprendeva quello scempio stomacale e io che davanti alla videocamera enunciavo lo scatch di “Italia Uno”. La notte era giovane e andammo a letto verso le 04:00 del mattino nella speranza di svegliarci con il Solleone.
05/08/2005
Il Venerdi’ mattina ci accolse plumbeo e freddo per essere il 05 Agosto e la tristezza ci fece fare una sana e lunga colazione prolungata fino all’arrivo di Gordon per le sistematiche pulizie di Pasqua. In previsione di non poter andare nuovamente ad Antipaxos e tanto meno a visitare le famose grotte marine dell’isola, lo scooter ci porto’ in lungo e in largo per tutto il mattino, in giro per la costa e arrivammo fino all’estremo capo sud dove la strada si interrompeva su di una collina costellata di ulivi. Dall’alto la visuale era molto suggestiva ma la strada non ci permetteva di proseguire. Colline con case in costruzione, stradine che portavano a grandi ville, ogni tanto un cane abbaiava, lavori in corso per una casa a strapiombo sul mare…..la gran parte delle ville disseminate per l’isola erano di proprieta’ di agenzie di viaggio, venivano affittate a gruppi di turisti ed erano straordinariamente belle. Vi erano ville da 10/12 posti letto con giardino, piscina, garage, due piani di casa greca dagli svariati colori e infissi azzurri. Tornando indietro trovammo uno dei pochissimi complessi turistici dell’isola, una sorta di camping-villaggio dove decidemmo di trascorrere la giornata.
Era un complesso molto carino, con dei bungalow posti lungo la collinetta e campi sportivi, tavolo da ping-pong, spiaggia attrezzata, ristorante, bar nella piccola piazzetta, centro del complesso. Alla gentile signora addetta al servizio bar chiesi informazioni ovviamente in inglese, per poter trascorrere in spiaggia la giornata e affittare lettini per non fare i fachiri sulle pietre. Consegnatami la chiave che apriva i lucchetti dei lettini, ci appostammo in spiaggia, erano a grandi linee le 11:30 e non c’era quasi nessuno dal momento che il tempo era veramente burrascoso. Il mare era agitatissimo e il sole aveva cominciato a imporsi, nonostante il forte vento. Unica cosa possibile da fare…tintarella. Cominciarono ad approdare in spiaggia i turisti che alloggiavano nel camping e presto la piccola spiaggia fu “full”. Ragazzi, bambini, adulti, italiani, stranieri. Vicino a noi un gruppo di famiglie molto “In” di Italiani veraci, forse Romani, dove classicamente, le mogli facevano comunella e spettegolavano di amici e parenti, cospargendosi di olio solare, i mariti… sole e mare…i figli….decisamente tintarella e puzza sotto il naso!! Ero veramente stufa di sentire parlare italiano e optai per il pranzo. Il carinissimo ristorante era all’aperto e il cameriere che ci servi’ era anche molto carino e simpatico. Ovviamente dovetti dare sfogo al massimo del mio inglese…Nessuno pranzava a quell’ora al ristorante, c’era una pace assoluta e un vento che portava via tovaglioli e tovaglie…Io ordinai dei pomodori ripieni al forno che ricordo essere qualcosa di veramente gustoso e buonissimo, un ripieno di carne e riso con tantissime spezie gustosissime. Per Fabio invece fu la volta del pesce…fritto misto di calamari. Mangiammo di nuovo e di nuovo bene, orami ero rassegnata al fatto di tornare in Italia con qualche kg in piu’, ma la cosa non mi preoccupava poi cosi’ tanto. Dal ristorante, che si trovava su una balconata rialzata rispetto al resto del villaggio e della spiaggia, avevo un’ottima visuale della piazzetta dove c’era il bar e ….del mare.
Nel pomeriggio non potevo non immortalare anche qualcosa di quel posto e con la mia inseparabile amica “fotografica” girovagai sui confini della spiaggia per fare delle fotografie e immortalai anche una bandiera greca sul piccolissimo molo. Il villaggio era affollatissimo alle 16:00 del pomeriggio e noi eravamo gia’ stracotti dal sole dal momento che non si potevano fare grandi bagni in quel mare mosso e ondoso. Sulla strada del ritorno facemmo tappe lungo la costa per fotografare delle bellissime calette rocciose e cercammo spiagge immacolate da fotografare. Una petroliera vicino alla costa desto’ un vespaio di opinioni che ci scambiammo per decidere se chiamare Greenpeace, un traghetto in lontananza arrivava dalla Grecia continentale che si intravedeva all’orizzonte molto bene nelle giornate limpide. Cercammo un modo per andare a Corfu’ o a Parga il giorno seguente, ma con quel mare…chi si muoveva… Una capatina al porto, una foto davanti al Blue Dolphin, imbarcazione completamente chiusa (assomigliava vagamente ad un treno), che raggiungeva altissime velocita’ planando sull’acqua. Gli orari apposti sui botteghini delle varie compagnie marittime, non ci diedero risposte. Non sapevamo se c’era un modo, se c’era un mezzo o a che ora per raggiungere posti diversi da quell’isola che praticamente da 2 giorni ci teneva prigionieri li, senza darci la possibilita’ di partire per escursioni e mete…..il mio pensiero fu: ma se continua cosi’, e il catamarano del ritorno non parte? Alla fine credo e sostengo….sarebbe stata una gran cosa…..e invece non successe mai. Dopo l’ennesimo giro in centro, l’ennesima spesa al supermarket, l’ennesimo aperitivo che decisi dovesse consistere in yogurt greco con frutta fresca in pezzi, dopo chiacchere svariate sulle condizioni meteo, qualche acquisto qua e la, una tappa al bancomat, andammo a casa. Tardo pomeriggio, sole caldo e vento fresco, lassù, nella nostra reggia, nessuno ci disturbava, non vi erano rumori, non un filo di stress mi solcava il viso, l’unico intruso era il gatto adottivo che spesso bazzicava nel nostro giardino per cercare conforto e cibo. Feci anche il bucato, preparai una cena molto succulenta ed elaborata, 4 erano le cose che avevo nel frigorifero, e l’ingegno fece il resto. Al supermarket mi ero esposta a tal punto da comprare un mango, che poi scoprii di non saper snocciolare, pero’ creai una sorta di caciucco di mango che risulto’ essere un toccasana per le nostre trachee aride.
Primo, secondo, frutta, dolce….ci trattavamo benone anche a casa. Non avevamo ne Tv ne una radio, eravamo esonerati dal mondo civile, dalle notizie, dai Tg e nulla ci toccava, ignari che comunque altrove la vita andava avanti. I pochissimi sms che io e mia madre ci scambiavamo mi ricordavano che in Italia c’era vita e che il tempo meteo era anche peggio da lei che da me….qualche sms con amici vari, poi il cellulare per me divenne accessorio a tal punto che lo accendevo mezz’ora al giorno per vedere eventuali chiamate o messaggi. Come si suol dire…avevo proprio staccato la spina.
Il dopocena lo trascorremmo come al solito: giretto in centro, passeggiata lungo il porto, occhiataccia ai possessori di yacht che erano piu’ grandi di casa nostra…..localino del surfista, bevutina alcolica, con la differenza che quella sera decidemmo di entrare nelle gioiellerie fronte porto per dare il nostro parere sui prezzi e sulla merce…..su e giu’ per negozi, decidemmo che il giorno dopo non ci saremmo fatti trovare impreparati dal meteo che continuava a non migliorare….saremmo andati a Logos, altra ridente piccola cittadina dell’isola, 3° piu’ importante in ordine di grandezza di tutta Paxos.
06/08/2005
Dopo aver trascorso la mattinata al mare tra riprese e foto, bagni e vento, solita acqua limpida e spiaggia di sassi…..panino…..pranzo leggero rispetto a come ci eravamo abituati……e poi:Dopo pranzo, nel primo pomeriggio, il sole non era onnipresente e prendemmo la grande decisione di raggiungere Logos. Fu un viaggetto entusiasmante e divertente, io presi la videocamera e dal retro dello scooter riprendevo i momenti salienti di quel viaggio mentre Fabio ci conduceva nell’intro dell’isola. Tornanti, curve, salite e discese, filmai tutto, la strada, i cartelli stradali, le auto che incontravamo, alberi, case, mare. Mi sentivo molto “on the road” e molto regista. All’arrivo a Logos ci accolse una semi deserta pace paesana, sembrava un paesino disabitato, il piccolo porto era deserto e l’unico umano presente era un ristoratore che a seguito della pesca stava pulendo del pesce freschissimo per i suoi clienti della sera. Facemmo due passi su una sorta di spiaggia piccolissima fino a scontrarci con la roccia che formava poi, in acqua, piccole grotte buie. La videocamera continuava a riprendere ogni istante, ogni cosa. Una serie di piccole barchette a motore erano ormeggiate vicino alla riva in attesa che qualcuno le noleggiasse….l’acqua era limpida ma il fondo era grigio di pietre, il sole non c’era piu’ e dava l’impressione di essere un triste mare ligure….Ci soffermammo per alcuni istanti a riprendere lo strano pesce che il ristoratore aveva ancora nel secchio…..pesce sconosciuto, di colore rosa e dal muso squadrato, giaceva ormai inerme. Una serie triste di 4 negozi in croce, creava la piazzetta del paesino e un piccolo bar vuoto sembrava l’unico punto di ritrovo di tutta Logos.
Eravamo decisi a fare gli esploratori quel giorno e non ci arrendemmo, partimmo alla ricerca di una spiaggia…..ci perdemmo diverse volte tra ulivi e stradine di campagna, filmavo la poverta’ del paesaggio, non una macchina, non una persona……qualche casa in fase di costruzione e viuzze piccole e ripide. Dopo esserci persi almeno cinque volte, capimmo la direzione che dovevamo prendere per giungere al mare…..Cio’ che ci si paro’ dinnanzi agli occhi quando sbucammo dagli alberi di ulivo fu una visione panoramica mozza fiato.
Non potevo non immortalare…sembravo una giapponesina, sempre con la macchina fotografica in mano…. In alto dalla collina si poteva ammirare per tutta la sua lunghezza un bellissimo tratto di costa, il mare era bellissimo e la lunga spiaggia di sassi bianchi al cospetto della vegetazione verdeggiante era un toccasana per occhi e cervello. Ammiravamo quel belvedere e da lassu’ si vedevano tantissime imbarcazioni che avevano scorto quel tratto di costa meraviglioso.
Scendemmo giu’ per una stradina tortuosissima, a piedi, rischiando di cadere e scivolare, con ai piedi infradito da mare. Fare roccia sarebbe stato piu’ semplice….ma alla fine… arrivati! C’era tanta gente e addirittura tende da campeggio montate sulla spiaggia. La caletta era bellissima da osservare e ci fermammo a goderci quella vista e quel mare. L’acqua era appena uscita dal freezer e decisi di non fare il bagno. Li, su quella spiaggia, in quel momento sentii nascere la nostalgia…..la tristezza….. della fine che non era poi cosi’ tanto lontana. Osservavo, pensavo, facevo tesoro di quelle immagini, di quei momenti, pregando che almeno il giorno successivo, che era l’ultimo usufruibile per andare a fare una gita fuori porta, il tempo meteo fosse dalla nostra parte.
Ero ancora ignara della serata che mi stava aspettando e ce la prendemmo comoda per tornare a casa. Arrivammo nel tardo pomeriggio e decidemmo di andare a cena fuori. Era la penultima sera e volevamo dare il massimo di noi italiani all’estero in vacanza…infatti fu cosi’.
Tutta in tiro per la gran serata, dopo una visione dei ristoranti piu’ “cool” del posto, decidemmo per Mediterraneo che era un bellissimo ristorante di fronte al mare, che includeva ristorante e bar. Classiche tettoie di paglia, ombrelloni ai tavoli, luce soffusa e “menu in italiano”.. era un locale al fondo della passeggiata e dal profumo che arrivava dalla cucina…..si prospettava una bella cenetta, la cameriera era italiana e colui che venne a prendere l’ordinazione era greco e molto simpatico. Ci presentarono una moltitudine di piatti tipici e non, cibi succulenti e vini pregiati. Quella sera diedi il massimo…..feta al forno…..frittura di gamberetti….insalata greca….vino…..a mezzanotte passata ci alzammo da tavola e non riuscivo neanche a respirare dal tanto cibo ingerito….Era stata una di quelle cene al rallenty, con sigaretta tra l’antipasto e il piatto seguente, sorseggiando vino e parlando di questo e quell’altro in una pace dei sensi portata allo stremo, con altre centinai di persone che mangiavano, si alzavano, si sedevano, chiedevano il conto……camerieri che correvano, apparecchiavano, sparecchiavano, portavano pietanze…
Quella che segui’ fu la serata piu’ bella dell’intero soggiorno a Gaios, una serata da veri vacanzieri….Arrivammo al solito locale, solito tavolino, solito cameriere, solito cocktail….di fronte a noi due ragazzi giovani, che si stavano preparando ad affrontare il sabato notte di Gaios bevendo litri di birra e altri alcolici. Dopo una mezz’ora di sguardi e commenti, sorrisi e gesti, il cameriere arrivo’ da noi con due bicchierini di tequila e rispettive fette d’arancio offerti dai due ragazzi…..stupore, sorriso, ringraziamento e via con la tequila tutta d’un fiato……il mio stomaco cominciava a far sentire il suo disappunto alla serata…..
Facemmo amicizia con questi 2 ragazzi, Rick e Nick, rispettivamente irlandese e scozzese, in vacanza come noi, nell’isola. Erano molto amichevoli e allegri, e noi cominciavamo a carburare al fine di fare amicizia con chiunque. Alla loro offerta seguì la nostra…..Rum e succo alla pesca, per tutti e 4. Gran bevuta in compagnia…parlavano solo inglese e chissa’ come mai io ero particolarmente propensa a discorrere in quella lingua che sembrava essere la mia lingua madre. Cominciavo a sentire gli effetti dell’alcool, ridevo, salutavo chiunque, scherzavo……altra bevuta pagata dai nostri amici che a quel punto si avvicinarono al nostro tavolo e chiacchierando compresi che Nick aveva i genitori separati, la madre viveva a Cannes, Francia e aveva una casa a Paxos dove lui stava trascorrendo le vacanze estive. Aveva una barca al porto di Cannes ed era appassionato di imbarcazioni…..ci chiese se avevamo la barca ormeggiata li….la risposta fu unanime….Magari!!!!
Spiegai loro la nostra provenienza, dove vivevamo, che la Francia era molto vicina al Piemonte e cosa facevamo nella vita ….arrivo’ un’altra portata alcolica pagata da noi e bevemmo tutti e 4. Io ero game over. Mi reggevo in piedi per miracolo e ridevo come non mai, Fabio mi seguiva a ruota….fotografammo il nostro tavolo stracolmo di bicchieri vuoti, e io in sottofondo con sorriso a 32 denti……foto di gruppo con i nostri nuovi amici che ad un certo punto ci chiesero pieta’ visto che dovevano mettersi alla guida per andare in discoteca. Mi feci accompagnare alla tolette, da sola non ne ero in grado, capii il mio livello di indecenza e fui felice di essere li in quello stato e in quel momento, con parecchie decine di euro in meno nel portafoglio ma….felice!
Il nostro amico surfista-barista ci delucido’ sulla miglior discoteca del posto dove andare a terminare le nostre ore di veglia, ma decidemmo che non era il caso e neanche il momento.
L’orologio faceva le due e mezza del mattino e ci congedammo dai nostri amici con battute e discorsi che ancora oggi mi chiedo come ho fatto a sostenere. Il momento grave arrivo’ quando andammo via dal locale promettendo a Rick e Nick che la sera successiva alle 22:00 ci saremmo ritrovati li. Una breve camminata per prendere un po’ d’aria fresca che era necessaria ad entrambi. Continuammo a ridere e scherzare fino alle prime luci dell’alba.
07/08/2005
Dormii molto poco e quando riaprii gli occhi credevo di essere reduce da un incidente stradale frontale….occhi gonfi, mal di stomaco, fronte calda, saporaccio da ex alcolista in bocca, nausea, poco senso dell’equilibrio….praticamente i postumi della sbornia! Ma non potevo perdermi l’ultimo giorno di mare e sole, il tempo era migliorato e l’unica mia volonta’ era riandare ad Antipaxos.
La colazione fu precaria causa problemi di bile e l’aria fresca del viaggio in scooter mi fece riprendere conoscenza….proprio vero quel che si dice:
alla sera Leoni Leoni, al mattino Cogli…..Cogli…., io ero nella fase Cogli…..
Arrivammo al porto in tempo per prendere l’imbarcazione delle 11:00 per Antipaxos, il mare era calmo e il sole picchiava….salii a bordo e il solo dondolio della barca mi fece trasalire. Dopo dieci minuti eravamo nel posto piu’ meraviglioso della terra da me conosciuta fino a quel momento. Lettino e cappellino in testa, i postumi continuavano a farsi sentire. Sotto un sole cocente il primo richiamo fu quello di un bel bagno in quell’acqua limpida e rigeneratrice….peccato la temperatura dell’acqua fosse -20 gradi!!!! A quel punto il dilemma era: fare o non fare il bagno in questo stato vegetativo e in quest’ acqua ibernata? Decisi di no, ancora no! Quel giorno li ad Antipaxos incontrammo un gruppo di ragazzi romani che erano stati gia’ nostri compagni di viaggio durante l’andata, li incontravamo molto spesso a dire il vero…..l’isola era piccola, i posti erano quelli….difficile non trovarsi in giro.
I romani erano quattro coppie molto variegati tra loro, le ragazze erano variegate tra loro e i ragazzi oserei dire romanacci veraci, uno in particolare aveva fin dall’inizio destato la nostra curiosita’. Era il classico romano con il cavallo dei pantaloni all’altezza delle ginocchia, rasato in testa, ribelle, di quel genere a cui nulla sta bene, incompreso dal resto della compagnia, se vogliamo anche un po’ sfortunato ….Il primo incontro con Roman Boy era avvenuta al Rent a Bike, loro avevano lottato ore per affittare scooter e macchina e non nutrivano simpatia verso i proprietari del noleggio, diciamo che vi era incomprensione e sconforto. Noi in mezz’ora avevamo fatto il tutto…..
Quel giorno mi dedicai a finire il rullino della macchina fotografica e verso l’ora di pranzo decisi che non ci avrebbe fatto male un po di ombra. Un bellissimo bar-tavola calda si trovava vicino alla spiaggia, che per l’effetto dell’alta marea, si era rimpicciolita. I classici bar caraibici con strutture in legno ed ombrelloni in paglia, poca gente, ci sedemmo al tavolo, ordinammo due toast, per tenerci leggeri, visto lo scombussolamento della sera prima…. Sapevo che quella era l’ultima volta che andavo ad Antipaxi e quello era anche il penultimo giorno di vacanza…..ero triste. Faceva caldissimo e la vista del mare mi rinfrescava l’animo…..
Facemmo una seconda ordinazione di toast…e transitammo all’ombra di quel bar per quasi due ore….parlammo delle cose fatte nei giorni precedenti e dei nuovi amici con cui avevamo condiviso l’alcool della sera prima.
Dopo quella pausa forse eravamo pronti per il bagno…l’acqua limpida e terribilmente fredda ci aspettava da tempo, solo la visione di quell’acqua invogliava a lunghi bagni e lunghe nuotate….barche, bagnanti, ombrelloni…..tantissimi turisti, qualcuno giocava a beach volley in acqua, qualcuno immortalava momenti di relax, gente sotto l’ombrellone boccheggiava per il caldo e bambini giocavano a riva. Facemmo il bagno, anzi ne facemmo tanti, fino alle 18:00…ogni tanto una spalmata di crema protettiva nonostante fossi ormai color nocciola….ancora sentivo i postumi della sbronza….
Quando riprendemmo l’imbarcazione per tornare a Gaios il sole stava lentamente allungando le ombre sulla spiaggia e la gente cominciava a tornare all’ovile. Sul piccolo molo…guardavo e riguardavo quel posto magnifico, quell’acqua che faceva intravedere qualche piccolo pesce, guardavo con tristezza quella spiaggia e la vegetazione rigogliosa tutt’ intorno….che posto magnifico avevamo scoperto…l’avevo immortalato in lungo e in largo ma non ero ancora sazia e non volevo andar via, ma dovetti fare anche quello sforzo!!
Durante il breve viaggio di ritorno a Gaios, la videocamera mi riprese con capelli al vento e sole che stava tramontando su un mare stupendo….paesaggi marini e scogliere rocciose, vegetazione, scogli, gli schizzi dell’acqua arrivavano fino a me, ancora oggi quando guardo quel video mi sembra di rivivere i momenti e i posti di quell’angolo di Grecia. Al porto non esitai a prendermi l’ultima pannocchia arrosto prima di tornare a casa, sulla panchina di fronte al mare mangiavo come uno scoiattolo e pensavo…..pensavo…..c’era movimento quel tardo pomeriggio in centro e sul lungomare, era domenica, era arrivata nel frattempo tanta gente, tanti yacht,…. era il sette agosto. Un giro in centro, eravamo entrambi un po’ tristi e il pensiero che quei giorni di mare grosso che c’erano stati, ci avevano tolto l’opportunita’ di fare gite fuori porta come le magnifiche grotte…calette….visite a Parga e Corfu…..ma dicono che chi si accontenta..Gode!
A casa ognuno soffriva nel proprio silenzio, tra il bucato, la cena in pentola, la doccia e il nostro amico gatto che girovagava nel giardino…..
Cenammo e preparammo le valigie per il giorno successivo, avevamo dato un appuntamento ai nostri 2 amici inglesi quella sera, al solito locale….non volevamo tardare tanto meno mancare….quindi ci avviammo……ormai lo scooter era per noi ordinaria amministrazione ed era un buon sostituto dell’auto, comodo e abbastanza veloce ci aveva portato ovunque e avevamo fatto parecchia strada in quella settimana, anche quella sera ci porto’ in centro. Ormai conoscevamo i negozi, i bar, i proprietari, …andammo nel nostro solito localino dove non mancava musica, gente, allegria…pero’ i nostri fedeli inglesini…non c’erano…che ci avessero dato buca? Che avessero fatto troppa festaccia la notte precedente da non farcela a venire a salutare? Che avessero voluto di proposito evitarci? Non lo sapremmo mai…non vennero all’incontro e noi regolarmente ordinammo e consumammo anche se il mio livello di alcool in corpo era ancora elevato e il mio stato fisico mi fece consumare solo meta’ cocktail, poi gettai la spugna!!!
Non era tardi quando decidemmo di rientrare, eravamo stanchi, cotti dal sole, tristi e anche un po delusi dal mancato appuntamento, quindi ci congedammo con l’amico cameriere che per una settimana ci aveva servito e riverito e soprattutto sopportato…Un giretto nella tranquilla serata isolana col vento fresco e i turisti appena arrivati che sedevano ai tavoli dei ristoranti, gustando piatti succulenti, bevendo vino e scambiando allegramente chiacchere con amici. La poca illuminazione generale di quel posto rendeva tutto piu’ soft, tutto piu’ ovattato…come nelle fiabe, nei sogni… e tra scooter di passaggio e gente in giro che come noi si godeva la serata, rientrammo a casa. Quella sera fu lunga comunque, non andammo a letto presto, riguardammo sul piccolo schermo della videocamera quel che avevamo ripreso in quei giorni trascorsi tra spiagge bianche, mari caraibici e vento di maestrale…. Le valige erano pronte, tutto era pronto per il giorno dopo…solo noi non eravamo ne pronti e tanto meno felici di andar via.
08/08/2005
Il mattino si presentò nuvoloso ma caldo, lasciammo le valige a casa e dopo una lunga colazione andammo a fare l’ultimo giro di perlustrazione delle coste Paxiane, ci fermammo in diversi punti per fare fotografie ed ammirammo il mare per momenti lunghissimi. Scendemmo giu’ sugli scogli e in un’ambientazione rupestre e marina allo stesso tempo, immortalammo le nostre facce stanche e i corpi abbronzati. Ogni tanto usciva il sole….la gente in spiaggia si godeva la giornata e faceva il bagno mentre noi morivamo d’invidia…..Il catamarano sarebbe dovuto partire alle 16:30 da Gaios per arrivare alle 21:30 a Brindisi (questo l’orario fornitoci in loco) e ovviamente non potevamo andare al mare in mattinata, dovevamo essere al porto un’ora prima e dovevamo ancora fare il check in…..cosi’ in centro Gaios nell’ora di pranzo cercammo l’ufficio Snav e una volta dentro ci informammo anche su cosa sarebbe successo se avessimo voluto rimanere ancora qualche giorno…niente da fare…penale da pagare troppo alta.
Dopo la delusione del check in, cercammo un posticino per fare l’ultimo pranzo e ci avviammo verso un locale che faceva piatti combinati di carni e contorni, molto stile “americano”, il dehors esterno era semi vuoto, faceva caldo ed era definitivamente uscito il sole che riscaldava tutta la piazza centrale di Gaios. Turisti arrivavano a piedi dal porto e gente andava in giro in ciabatte da mare e giornale sotto il naso, chi faceva fotografie, chi andava a far spese…..
Polpette alla piastra con contorno di patate fritte fu la mia ultima ordinazione e consumai con tutta la calma di questo pianeta il mio pranzo…ordinai della frutta e il caffe’, che su quell’isola faceva veramente rabbrividire…abituati al buon caffe’ italiano, li, avevamo piu’ volte tentato di sfidare la fortuna, ma sempre da perdenti. Dopo pranzo e mezze ore intere di paranoie, ci avvicinammo ad un’edicola, i giornali erano carissimi e tanta gente leggeva solo i titoli in prima pagina senza acquistare, noi dovevamo affrontare il viaggio e quindi comprammo il giornale per sapere cosa fare sul catamarano in sei ore……Apprendemmo qualche notizia italiana, aerei che si erano schiantati, uccisioni, arresti, dati della borsa, insomma tragedie a non finire, forse sarebbe stato meglio evitare l’acquisto! Lentamente ci avviammo a piedi verso casa dopo aver restituito l’amato mezzo di trasporto ai proprietari. Gordon ci chiamo’ un taxi…in tutta l’isola c’erano solo 5 taxi, al momento tutti occupati…cosi’ il simpatico amico barbuto che era venuto a prenderci al porto quando eravamo arrivati, ci fece da taxi anche per la partenza e ci accompagno’ fino al porto di imbarco dove affidammo le valigie al bar e ci facemmo scaricare in centro…..per un’ultimo round!
Alle 3 pero’ ci incamminammo a piedi verso il porto e godemmo di quell’ultima passeggiata soleggiata sul lungomare, dove turisti imbarcati stavano partendo per tutte le gite del giorno….grotte comprese….che odio!! Non eravamo soli nel pellegrinaggio verso l’imbarco, e quando arrivammo ci sedemmo al bar. Amici romani gia’ appostati per l’attesa, consumammo bibite e gelati per lenire la rabbia e l’attesa. Ci arrivo’ un primo input….il catamarano sarebbe arrivato in ritardo di almeno un’ora….il primo pensiero fu:
allora potevamo andare al mare oggi…..l’avessimo saputo prima….elenco di bestemmie, ingiurie, l’unica soluzione era rimanere li ed aspettare, c’era tanta gente che aspettava li come noi e quindi c’era tanta gente arrabbiatissima….sole e caldo ci facevano da contorno e il desiderio di un bagno in mare era un sogno….per tutti….
Dopo lunga e penosa malattia il catamarano arrivo’ alle 17:30 e tra sbarco dei passeggeri che noi invidiammo avidamente in quanto appena arrivati….e imbarco dei nostri bagagli, partimmo verso le 18:00. Il mare non era dei piu’ calmi e io optai di prendere posto avanti, per non avere nessun sedile di fronte ed essere piu’ comodi …e per avere il video tv in pole position per la visione del film……partimmo….si ondeggiava moltissimo….dopo un quarto d’ora il capitano arrivo’ a renderci nota la splendida news che il mare era molto mosso e le onde arrivavano frontalmente, quindi avremmo ondeggiato per tutto il viaggio…suo consiglio spassionato….prendere posto dietro dove si pativa meno il mal di mare…..cosi’ facemmo nell’immediato, rischiando di cadere quando ci alzammo…..
Il sole era ancora alto e l’aria condizionata non ci faceva sentire il caldo greco. Scalo a Corfu’….salirono poche persone, tra le quali una banda di ragazzi pazzoidi che presero posto dove noi avevamo abbandonato…..faceva freddo in quel piccolo spazio vitale e tutti cercavano qualcosa con cui coprirsi….quando ripartimmo da Corfù pregai che quei famosi Travelgum funzionassero davvero perche’ il viaggio stava prendendo una brutta piega! Cominciava ad arrivare il tramonto e guardando fuori dal finestrino mi addormentai dopo aver mangiato patatine e panino. In un dormiveglia generale che duro’ 5 ore……mi risvegliai a Brindisi quando ormai il cielo era nero e stellato , fuori si vedevano le luci del porto e capii subito che in quel momento era veramente tutto finito, anche se un’altra settimana di mare e sole mi aspettavano nel Salento….ma non era piu’ Grecia….
Arrivammo alle 23:30 passate e quando si aprirono le porte…sentii un caldo afoso e umido invadere me e chi mi stava intorno…..eravamo in Italia, non piu’ su un’isola!! Lo sbarco duro’ un’attimo e da quella sera vivo con una marea di ricordi……Ero ansiosa di sviluppare i ben 5 rullini fotografici e ogni volta che guardo e riguardo quelle fotografie mi vengono in mente momenti, scene, emozioni, sorrisi, gusti e tutto cio’ che questa vacanza è stata e ha suscitato in me…..Oggi, 01/09/2005, ho deciso di mettere nero su bianco la mia esperienza perche’ secondo me vale la pena imprimere il ricordo e la narrazione di una vacanza. Non è stata la prima e non sara’ l’ultima, è stata una bella esperienza e per chi non sapesse dove andare in vacanza…..io consiglio di prendere una cartina e guardare bene quell’isoletta molto molto piccola che si trova a sud di Corfu’ e che quasi nessuno conosce:
Paxos, anche detta PAXI.
🙂
Molto buono il tuo testo. Mi viene la voglia di conoscere Paxos.
Che ne dici di 11 giorni a luglio con 2 figli?
Grazie