Vi scrivo dalle “Ali Tedesche” (Germanwings Airline), in attesa del decollo. Un volo che mi porterà a Colonia, dove passerò due freddi giorni invernali (domani sono previsti undici gradi sotto zero), come a farmi desiderare più intensamente il caldo.
Va be’, mi consolerò con la mia adorata neve e il Gluehwine (vino caldo speziato) con il fine di scaldarmi tra le magiche bancarelle di Natale, prima di catapultarmi nella tanto sognata estate Sudamericana.
L’aereo é quasi vuoto, sono seduta in coda da sola, chiedendomi il motivo per il quale tutti si accalcano cercando di ottenere i posti davanti…. mah!
Sedersi dietro è più pericoloso in caso di incidente? Non mi sono mai posta il problema… Bho, vorrà dire che se l’aereo cadrà, sarò l’ unica a morire … o forse l’unica a salvarmi, visto che sono vicina all’uscita e nessuno potrà ostacolarmi la fuga. Il vero motivo, probabilmente, é che davanti si sentono meno le turbolenze e arriva prima da mangiare.
Erano le 6.15 stamattina, quando mio padre amorevolmente mi guidava verso il trampolino di lancio. Una mattinata, seppur ancora buia, molto serena e quindi particolarmente fredda. Eravamo gli unici a percorrere la corsia in direzione sud che costeggia il Lago Maggiore … nessun altro a quell’ora, troppo presto!
La luce delle numerose stelle si rifletteva sulla superficie dell’acqua, alimentando i miei pensieri assonnati. Luce però disturbata da quella più intensa e artificiale dei fari delle auto che incrociavamo.
Eh sì, soli verso sud ma un treno infinito di auto verso nord… tantissime, una dietro l’altra. Una processione percorsa velocemente, una processione di frontalieri ritardatari (alle 6.15!!!). Un effetto strano ed emozionante andare controcorrente, si nota il flusso imperterrito all’interno del quale sono stata trasportata per un anno intero ed in passato per 6 lunghi anni. La corrente é forte ma io oramai ho imparato a contrastarla!
Un momento però, il tragitto lungo lago verso il posto di lavoro, che amavo particolarmente… forse il più bello della giornata:
l’ acqua del lago calma e liscia, come solo alla mattina sà essere, rifletteva limpidamente le montagne o la barchetta e la canna di un tranquillo pescatore … i primi raggi del debole sole che filtravano attraverso la foschia mattutina alla foce del fiume Ticino, creavano una luce magica, quasi surreale. Poi, in inverno il riflesso nel lago delle montagne innevate …. uno spettacolo indescrivibile, che mi manca molto! A volte mi fermavo per ammirare tale bellezza a scapito della mia puntualità.
Mi faceva cominciare bene la giornata ma solo poche volte da quando ho smesso di lavorare, sono riuscita a combattere la pigrizia per godermi comunque lo spettacolo… purtroppo.
Sono sicura che il 90 % dei frontalieri guidano freneticamente al lavoro non “vedendo” ciò che la natura ci dona. Come del resto non vedevano i miei colleghi. Dopo la terza volta che entrando in ufficio, come una ragazzina innamorata dissi estasiata <<Avete visto che spettacolo stamattina?>> senza ottenere risposta o ignorata con una smorfia, decisi di tenere tutto per me. Triste… ( ma vi voglio bene lo stesso, lo sapete 🙂 )
Tornando a stamattina…
immersa nei miei pensieri ad un certo punto, in un rettilinio, vengo risvegliata di sopprassalto dal rischio di un frontale con una macchina uscita in sorpasso.
<<L’ho sempre detto io che andare a lavorare é pericoloso>> dico, con un filo di soddisfazione e provocazione a mio padre, intento a riprendersi dallo shock! Mi guarda e abbozza una smorfia.
Lui, silenzioso ma sofferente alle mie decisioni.
Eh sì, traffico intenso, veloce…. troppo veloce, frenetico, stressato, imperterrito che si ripete giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno…. verso la Svizzera, la santa Svizzera capace di soddisfare, per una vita intera, i desideri materiali più profondi … ed io, che mi muovo in direzione opposta, mi allontano da quella stessa Svizzera che ho utilizzato, sì per soddisfare un bisogno materiale, ma solo quello necessario a conseguire i miei sogni spirituali più profondi.
Niente di più simbolico e azzeccato poteva rappresentare l’inizio del mio viaggio!