Nepal 2003 – 3. I templi di Katmandu

Katmandu 02 Novembre 2003 – Francesco

Sveglia alle 8:30, che sonno!
In Italia sono le 3:45 di notte, il fuso orario si fa sentire.
La giornata di oggi la dedichiamo allo shopping. Partiti in 10 dall’Hotel, bastano pochi metri tra le incasinatissime vie della città e gli innumerevoli negozi ed il gruppo é già disperso. Solo Gino e Tamara restano con noi.

Fare compere qua é davvero incredibile: trovi l’impossibile e nonostante tutto costi già poco, é di rigore trattare sui prezzi. Sembra che anche loro si divertano a farlo e dopo un pò di imbarazzo iniziale, scopri che puoi tirare i prezzi fino alla metà e anche meno (Gino é diventato un artista in questo). Anche dopo l’acquisto, i negozianti, che parlano tutti inglese, ti trattengono a parlare, ti chiedono e ti spiegano un sacco di cose, sono davvero socievoli.

Dopo 6 ore così, alle 15:00 si giunge in Durbar Square, piazza ricca di templi. Troviamo due guide che si offrono di raccontarci la storia di essi.

Il primo che vediamo si chiama TALEJU: tempio dove gli hippy venivano a fumare ed ascoltare Bob.

Templi in Katmandu, Nepal

Ci spostiamo al KUMARI GHAR, dimora della Dea Kumari, una bambina che scelta a 4 anni, vive rinchiusa nel tempio. Potrà uscire solo quando avrà le prime mestruazioni e sarà quindi donna. Nelle decisioni importanti, il Re chiede consiglio a lei, perchè pare abbia poteri veggenti.

KAMASUTRA : tempio costruito durante l’invasione dell’Inghilterra per incentivare la procreazione, con lo scopo di incrementare l’esercito da contrapporre agli inglesi.

SHIVA PARVATI TEMPLE: Tempio dedicato a Shiva, Dea che protegge dal male. Per farlo, però, ha bisogno di sangue. Per questo motivo una volta si facevano sacrifici umani, oggi vietati dall’ONU, perciò vengono sacrificati animali.

E’ ora di tornare, alle 18:00 c’é l’aperitivo con tutto il gruppo e poi cena al ristorante indiano. La cucina qua, é davvero niente male.

Domanda ad un astronauta

Uh, mi accorgo solo adesso che é da giugno che non scrivo più sul blog… se dico che mi manca il tempo non mi credete, vero?
Ok, come un paradosso, é proprio quando si viaggia, quando la vita é intensa e il tempo scarso che ci si ritaglia angoli più assurdi per se stessi. In Sud America non dormivo pur di scrivere un articolo, per poter immortalare le innumerevoli emozioni e avvenimenti e vi assicuro che la scrittura non é una delle mie migliori doti o passioni, non mi risulta assolutamente facile e naturale, ho bisogno di parecchio tempo per cercare di essere perlomeno comprensibile.

Oggi, rileggendo i miei vecchi post mi accorgo delle mie frasi dislessiche ma sono contenta perché rivivo emozioni che altrimenti si sarebbero affievolite o distorte col passare dei giorni e dall’ esperienza acquisita per strada. Ed insomma, spero di aver portato, chi mi leggeva, in viaggio con me per i 5 min di racconto.

Ora, in Italia sul mio stupendo Lago Maggiore da ormai quasi 4 mesi, mi accorgo di non aver molto da raccontare, la mia voglia di scrivere nasce dalle emozioni, emozioni forti che si vivono quotidianamente in viaggio.

Bhe, oggi sono qua perché il cuore ha qualcosa da dire. Scrivo perché in effetti parecchie emozioni le abbiamo provate in questi giorni a Pino Lago Maggiore.

Il paese é volato virtualmente e psicologicamente nello spazio, tra le stelle, a bordo della ISS (Stazione Spaziale Orbitante) grazie alla visita di due astronauti:
Michel Tognini francese, il direttore della EAC (European Astronaut Centre) di Colonia – sede tedesca della ESA (Agenzia Spaziale Europea) – é ormai di famiglia, tutti gli anni viene a Pino a trascorrere una settimanella tra di noi.
Quest’anno un austronauta italiano della provincia di Milano Paolo Nespoli é stato 6 mesi nello spazio sulla ISS e Michel, vista la vicinanza ci ha organizzato un incontro con questo grande uomo, grande in tutti sensi non solo di statura 😉
Chi ha avuto la fortuna di assistere alla conferenza potrà confermare. Un vero grande evento nel nostro piccolo paesello.

Paolo é tornato a bordo della nave chiamata Terra da solo 3 mesi, quindi aveva emozioni fresche da trasmetterci.

Paolo la sera a tavola spiegando la teoria della grandezza di un fazzoletto a disposizione di un astronauta. Michel lo guarda perplesso…

Dopo un introduzione di Michel Tognini (in inglese), Paolo Nespoli ha incantato la folla con i suoi video, le sue foto scattate personalmente dalla stazione ma soprattutto con i suoi racconti e curiosità. Ma poi Paolo sà come intrattenere la gente, ci sà fare con i bambini che alla fine hanno avuto spazio per le domande.

Anche io avevo una domanda… ma é stata in parte risposta durante la serata senza che io la ponessi, quindi ho lasciato spazio alla deduzione ed alla timidezza.

Ammiro questi uomini… non tanto per quello che fanno ma per la loro determinazione a raggiungere i loro sogni. Sono astronauti, era il loro sogno da bambini. Hanno studiato, lottato, quasi mollato, certo hanno avuto tanta fortuna ma soprattutto ci hanno creduto! Un grande sogno realizzato, la dimostrazione vivente che i sogni, anche quelli che sembrano impossibili, si possono realizzare, basta volerlo!
Perché in fondo credo che il loro non sia un vero e proprio lavoro: una vita durissima, di sacrifici, di rinunce, … ampiamente ricompensate dalla soddisfazione di seguire la loro filosofia di vita, di scoperta, di ricerca e di progresso, probabilmente in un qualche qual modo a sfondo egoistico, nel senso buono della parola, nel realizzare il proprio sogno di viaggiare nello spazio… perché alla fine é l’egoismo che guida l’uomo nelle sue migliori imprese per un profondo, e a volte inconscio, autocompiacimento. (ma questo é un altro discorso)

Lo conferma la frase di Paolo, che dal suo egoismo si nota la complementazione di un grande altruismo, un messaggio per il mondo dallo spazio:


Guardate avanti e puntate sempre in alto, le stelle non sono poi così lontane! Messaggio dallo spazio.

Un spinta motivazionale per i bambini che vogliono diventare astronauti ma in realtà, un fondamentale messaggio di vita per tutti.

Mi chiederete giustamente, qual’era la domanda che volevi porre?
Eccola, la scrivo come rivolta direttamente a lui ma in realtà non lo é… o chissà magari un giorno Paolo, nello stesso modo in cui é arrivato a Pino, leggerà questo blog e vorrà rispondermi. Anche se in fondo credo di sapere già la risposta. NON sarò breve:

Paolo, la mia domanda non c’entra niente con la religione ma qualcuno a Pino ti ha chiesto se in questi 6 mesi nello spazio ti sei sentito più vicino a Dio. Tu rispondendo e cercando gentilmente di evitare questo scomodo argomento ti sei difeso diplomaticamente definendoti un “meccanico dello spazio” che certe domande andrebbero fatte ad un prete o uno psicologo mandato nello spazio e che tu eri in grado di rispondere solo a domande prettamente tecniche.

Io non voglio credere a questo tuo estremo materialismo che hai voluto trasmetterci, quindi ti pongo la mia domanda che ripeto, non spaventarti, non é religiosa.

Come tutti sappiamo, la nostra società é orientata sempre di più verso il capitalismo ed il consumismo, tra le più grandi rovine della nostra era moderna e della nostra “umanità”.
La gente vive freneticamente, con i paraocchi e si preoccupa solo di ciò che succede nei loro 10km quadrati, non pensa, non vive veramente, appare e non é.
Secondo me però questo deterioramento e spreco di un essere così evoluto chiamato Uomo é dovuto in gran parte ad una semplice piccola enorme ragione:
non si vedono le stelle!

Mi spiego: in contemporanea al tuo viaggio spaziale, da dicembre a maggio 2011, ho realizzato anche io un mio piccolo grande sogno: un viaggio in Sud America.
Un giorno a 4000 mt di altezza, nel mezzo di un lago, ho potuto godere di uno degli spettacoli più belli ed emozionanti della mia vita che credo poche persone abbiano provato, io stessa non lo conoscevo… Il cielo stellato… ma stellato veramente.
Una emozione talmente grande da non poter staccare lo sguardo dal cielo, da non poter chiudere la bocca … le stelle mi lambivano il viso come lampioni ed un bozzolo di emozioni mi faceva su e giù dallo stomaco al cervello, velocemente.

Tante stelle quante tutti i granelli di sabbia di tutte le spiagge del mondo intero
hai detto l’altro giorno a Pino ma io credo che ce ne siano di più,  forse infinite? Chi lo sà … magari un giorno lo scoprirete.
Insomma tante stelle che nel nostro mondo moderno, capitalista, estremamente illuminato, come dimostrano le tue foto, non vediamo più! Un disastro… quante stelle vediamo a Pino? O peggio a Milano?
Sono dell’opinone che questo sia uno dei più grandi problemi del nostro mondo moderno! Non si vedono le stelle e non ci interessa vederle, in realtà non sappiamo della loro esistenza. L’ho notato anche dalla scarsa partecipazione a questo evento dei giovani di Pino, Tronzano e i paesi limitrofi.

In un certo qual modo questo viaggio mi ha cambiata, e questo cambiamento é dovuto anche alla visione di questo universo, mi sono sentita e mi sento più vicina al cielo e più lontana dalla terra, dal suo modo di vivere.
Il cielo stellato fa pensare… pensare all’universo, al mondo, alla vita, agli altri, a se stessi!
Lo dimostrano le antiche civiltà sudamericane, che hanno sempre scrutato il cielo notturno per cercare di comprendere le leggi dell’universo anche e soprattutto in maniera spirituale. Noi lo facciamo ancora solo attraverso astrofisici, astrologi e di voi, astronauti e non voglio credere che dietro a tutto ciò ci sia solo un motivo scientifico.

L’altro giorno hai detto che in realtà nello spazio non si vedono tante stelle perché la stazione é rivolta verso il basso (basso?), ok verso la terra, quindi non é facile guardare in direzione “spazio infinito”.

Ma mi chiedo, tu che in mezzo alle stelle ci sei stato,  tu che hai guardato noi piccole formichine dall’alto del cielo, impegnate a litigare con il vicino di casa quando lì fuori esiste un universo infinito…, come é cambiata la tua visione della vita, di te stesso, delle altre persone, del mondo? Hai cambiato alcuni comportamenti in relazione agli altri? Ti senti diverso dopo questa (o la precedente) esperienza?

Non sò bene come porre questa domanda ma insomma, te la pongo anche in maniera più materialista:
un soggiorno nello spazio, in assenza di gravità e condizioni completamente diversi da quelle all’interno dell’atmosfera terrestre, può secondo te influire/alterare la mente umana?

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Tra parentesi, la ISS é passata sopra le nostre teste proprio durante la serata. La stazione spaziale orbitante é visibile ad occhio nudo. Se volete vederla anche voi, impostate la vostra posizione in questo sito: heavens-above.com

E voi, che domanda fareste ad un astronauta?

Adios Mama- Pacha, Tata, Kocha, Coca

04.05.2011
Eccomi sull’aereo che pone fine al mio viaggio in Sud America.
Ci tengo a scrivere adesso, prima che il viaggio sia veramente finito, quando le emozioni saranno alterate dalla vista della mia famiglia, dalla gente del paese e dallo splendido Lago Maggiore che, dopo 5 mesi dalla partenza, mi ricapulterà nella realtà, laddove la vita sembra seguire immutevole, incurante del tempo.
La prima settimana sarà dura dormire nello stesso letto consecutivamente ma ora ho bisogno di annoiarmi, di pensare ai miei progetti e puntare sull’unica sicurezza in questa fase della mia vita:
LagoMaggioreApartments.com é il motivo per il quale sono tornata tanto presto.

Un progetto ben chiaro e scolpito a caratteri cubitali nella mia mente con gente che oramai é divenuta parte della mia vita quotidiana. Fantastici ragazzi con cui condivido non solo idee lavorative ma anche ideali di vita…. o forse semplicemente la stessa pazzia! 🙂
Dunque, se avete un appartamento da affittare per vacanza al Lago Maggiore (o in qualsiasi altro posto del mondo), contattatemi o altrimenti spargete la voce!
Grazie, fine della pubblicità. 🙂

Ma veniamo al viaggio…
Fine del mese di Aprile 2011
Sono le 19:30 e sono in cima ad una collina a più di 4000 mt dii altezza, sull isola Amantani, nel bel mezzo del lago Titicaca, in Perù!
Siamo sole io ed Alex, che dopo essere salite al tempio Pachamama (madre terra) ci sediamo su una grossa roccia ai piedi del tempio Pachatata (padre cielo, che protegge la Pachamama) ad ammirare la stupenda vista a Pachakocha (il lago Titicaca).

Il Lago Titicaca a 4000 mt

Dopo aver portato 3 pietre e camminato 3 volte attorno al tempio, esprimiamo 3 desideri in ordine di importanza: salute, amore, dinero!
Gli altri ragazzi che erano con noi sono già scesi al paese (per paura del buio e la fatica di camminare, credo) ma non sanno cosa si stanno perdendo!
Come al solito io de Alex siamo le “Bastian contrario” ma lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi increduli è semplicemente impressionate. Dopo il tramonto, infatti, il cielo si é oscurato velocemente e la luna non ha ancora deciso di allietarci della sua presenza… per fortuna direi, perchè dopo cinque minuti mi accorgo che la mia bocca si blocca in posizione spalancata e lo sguardo non riesce a distaccarsi dal fissare il cielo: i miliardi di milioni di stelle brillano come laser e mi lambiscono con i loro raggi. Mi sento più vicina alle costellazioni, alle galassie e ad un mare (anzi, un lago) di tranquillità.
Solo in cima al Teide a Tenerife, in una notte senza luna, avevo visto tante stelle!
Sento il battito del mio cuore partire dallo stomaco e arrivare fino alla gola, filtrare infine verso il cervello creando uno stato di estasi! PachaTata esiste, ne ho la conferma!
Non sò se é l’emozione che copre la fatica di camminare a 4000 mt di altezza… ma non sento la stanchezza e nemmeno faccio fatica a respirare come durante il giorno. Forse semplicemente non ci penso o cosa più probabile devo ringraziare Mama-coca (pianta di coca) che grazie alla scoperta di aggiungere una specie di calce alla masticazione delle foglie (attivando gli alcaloidi), aiuta a combattere i sintomi del Soroche (mal d’altitudine) più del previsto.
Prima di darmi della drogata leggete qua Coca e Cocaina
Bhe, qualunque sia il motivo non importa , mi sento meglio di qualunque altro momento della mia vita!

Oltre all’isola di Amantani siamo andate a visitare le isole flottanti degli Uros uniche nel suo genere. In realtà sono ammassi di paglia, chiamata Totora. Grandi zattere di varie grandezze, sulle quali costruiscono le loro case, di paglia; si spostano con le loro barche, sempre di paglia …. Lo stato gli ha fornito dei pannelli solari per creare energia ed evitare roghi pericolosi, perchè pima usavano candele e andavano a fuoco creando spesso numerore vittime.


Isola flottante degli Uros Lago Titicaca, Peru


Casa di Tora, Isola Antamani – lago Titicaca

Interessante… ma una realtà plastica (e non di paglia), una volta reale, ora divenuta finta… La presenza del turista che aiuta apparentemente la popolazione ne altera, in realtà, il suo normale corso di vita. A saperlo prima, avrei evitato di andarci per non partecipare a questo complotto, teso per arricchire soprattutto le agenzie turistiche. Rispetto molto di più la parte delle isole che non accettano turisti e continuano a vivere riservati con le loro sole forze, le loro usanze e risorse. Grave errore, me ne rendo conto soprattutto quando ci troviamo costretti a fare un giro sulla loro barca in cambio di dinero mentre intonano un coro in varie lingue, finisco definitivamente demoralizzata.

La situazione, da un certo punto di vista, si presenta diversa e più rilassata e molto meno plastica sull’isola di Antamani, dove Io Alex ed altri due ragazzi peruviani, abbiamo alloggiato presso una famiglia. Qua vivono di agricultura, per lo più patate e quinoa, non usano prodotti chimici, come ho sempre visto usare in Colombia in quantita industriali e mangiano carne solo in occasioni speciali. Insomma una vita salutare, tanto che ci dicono che molte persone vivono oltre i cent’anni.
Nelle loro modeste case non hanno corrente elettrica ed acqua, pochi parlano spagnolo, la loro lingua é il Quechua.

Isola Antamani, lago Titicaca

Non esiste un ospedale sull’isola con una popolazione che supera i 3000 abitanti, nel 2011 molte donne muoiono ancora mettendo alla luce. Queste famiglie hanno stanze a disposizione e le affittano ai turisti per avere qualche entrata maggiore … un aiuto! Il signore che ci ha ospitati nella modesta casa a misura di hobbit (immaginate, per sbattere 3 volte la testa io!!!!) è gentilissimo e aperto. La signora, più riservata (solo dopo scopro che non parla spagnolo), ci cucina deliziose pietante rigorosamente vegetariane. I tre figli di 3, 4 e 7 anni non si vedono in due giorni! Mh!
Questa esperienza mi ha affascinato, molto interessante sentire i racconti del signore della vita sull’isola fuori da ogni standard europeo. Alla fine del giorno seguente gli chiedo come la gente dell’isola si relaziona al turismo e come vengono trattati dalle agenzie turistiche che organizzano i turisti. Mi confessa che a loro fa comodo e che trova interessante questo scambio culturale ma che le guide li trattano male. Porc!!! E sicuramente si prendono la maggior parte dei soldi, penso io!

Tirando le somme il lago Titicaca é davvero affascinante, per la sua nuatura, per la sua gente, la sua energia e soprattutto per il suo cielo! 😀

Il mio viaggio si é concluso a La Paz in Bolivia, facendo una breve tappa di 2 giorni nella turistica Copacabana, sul lago lato Boliviano del lago. Ottima la trucha (trota) nei ristorantini di strada e ottimi i prezzi. 🙂


La Paz, Bolivia

La Paz è stata teatro di rilassamento (anche troppo), di vita cittadina: shopping, teatro, cinema, concerti, manifestazioni, buoni ristoranti.
Ci prendiamo solo un giorno per evadere dallo smog cittadino: permettendoci l’ultima avventura in bicicletta discendendo per 64 km una strada sterrata da 4700m fino a 1300. Dicono sia la più pericolosa del mondo…. e forse lo é ! 😉


Strada della Muerte, La Paz, Bolivia


Strada della Muerte, La Paz, Bolivia

In questo momento sono nell’ aeroporto di Madrid, sdraiata per terra. Sono le 10:30 di mattina, non ho dormito e ho un gran sonno. In sud america sono le le 3:30 di notte. Ho lasciato Alex in Bolivia che seguirà il suo viaggio verso l’ Argentina. Una compagna di viaggio perfetta!
Sono 4 giorni che viaggio… Se non altro ho avuto il tempo di riflettere. 🙂
No, non sono triste perché in fondo non mi dispiace tornare.
Posso solo essere felice di aver trascorso una buona esperienza, un sogno che, anche se ancora non me ne rendo conto, sò che mi lascierà una profonda ciccatrice, che rimarra come le foto. Foto scattate tra il nord della Colombia fino a La paz in Bolivia, come punti che il GPS della macchina fotografica esprime con una cruda precisione in gradi, minuti e secondi ma che io preferisco identificare come foresta, fiume, spiaggia, deserto, baracche, montagne, città… In tutto questo c’è un viaggio soltanto mio, in ognuno di questi luoghi é avvenuto qualcosa che ha cambiato la mia idea Sud America, di viaggio, di amicizia, di religione, di spiritualità, di “donna” e probabilmente anche la mia vita!

Il nostro Machu Picchu

LIMA, 12 Aprile 2011
Dopo aver finalmente lasciato il surf delle onde del mare e delle dune del deserto in Turjillo, con una piccola lacrima sulla guancia e una dormita sul bus siamo sbarcate alla capitale peruviana, Lima.
Una realtà a parte dal resto del Perù, fino ad ora la più moderna e avanzata città che ho visitato in Sud America, tra Colombia, Ecuador e Perù. Un contrasto impressionante per noi che arriviamo dalla foresta amazzonica. In realtà immagino che anche Lima, oltre alla moderna e turistica Miraflores con le sue affascinanti scogliere a picco sul mare e al suo centro istorico in stile coloniale abbia le sue “favelas”, che in soli 2 giorni non abbiamo avuto modo di conoscere, per fortuna!

Scogliere di Lima

La tappa seguente é stata Nasca, famosa per le sue linee create dagli alieni. In realtà no, vari studi cercano di dimostrare che la cultura Nasca abbia creato questi chilometrici disegni di estrema ed incredibile precisione, per i loro riti religiosi, (l’ adorazione del Dio Sole e Dio Luna) in una zona considerata sacra .
Solamente un paio di disegni più piccoli si possono intravedere da una collina, altrimenti solo linee rette che terminano all’orizzonte. Gli altri disegni sono riconoscibili solo sorvolando la zona. Sono confusa nel vederli, sicuramente é interessante, fa riflettere, ma é un pensiero troppo grande per me! Mi affascina il paesaggio desertico, rovinato solo dalla strada Panamericana che lo taglia come una profonda ciccatrice.

Le Linee di Nasca e la Panamericana, Peru

CUSCO, Martedì 19 Aprile 2011
Eccomi a Cusco, la città più antica delle Americhe, capitale dell’impero Inka e ombelico dell’universo.
Nel 1911 un americano scoprì il Machu Picchu che cambiò l’immagine della città, trasformandola negli ultimi anni un centro turistico.
Però, sarà per la particolare energia di questo luogo o forse per il suo stile coloniale costruito sopra le affascinanti e resistentissime strutture ad INKAstro, oppure per i suoi bambini… non lo sò ma ad essere sincera, a differenza da quanto mi sarei aspettata, sono piacevolmente affascinata da questa città che a mio parere sta riuscendo a mantenere il suo Flair, equilibrando in qualche modo la sua vera natura con il turismo di massa.
Dalla mia terrazza in Plaza de Armas (c’é sempre una Plaza de Armas in tutte le città del Perù) o stando seduta sulle scalinate della chiesa osservo l’atmosfera festiva di questi giorni di settimana santa. Difficilmente io e Alex riusciamo a stare sole, non passano 3 min che si avvicina qualcuno, la maggior parte delle volte per cercare di venderci qualcosa ma in particolare in questo viaggio ho imparato ad adorare i bambini… Spesso si avvicinano timidamente, poi iniziano a parlare solo la pura curiosità di conoscere. Li adoro, sono i più spontanei, innocenti, belli, dolci e senza secondi fini come spesso capita con le persone adulte, … 🙂 .

Vista a Cusco e bambini in piazza

Il centro di Cusco, dedicato ai turisti, é circondato da carissimi ristoranti, pub, bar, agenzie turistiche, gente con vestiti tipici che si mettono in posa per una foto in cambio di un Sol… ma tutto ciò non basta per rovinare l’immagine di Cusco: é sufficiente allontanarsi alcune vie dal centro, ed ecco che si incontra la vera vita cusqueña: mercato tradizionale, ristorantini con menù a 2,5 Sol (meno di 1 €), personaggi che offrono miracolose piante medicinali per non rimanere incinta o curare il cancro ma soprattutto Bus nascosti ai turisti che ti portano al Machu Picchu per pochi Soles.

IL MACHU PICCHU
Fosse stato per me non ci sarei neanche andata… ma con il senno di poi ringrazio Alex di avermi convinta!
Okok, andiamo” le dico “ma non con il treno e con nessun tour”. Se c’é una cosa che odio é essere presa in giro, ma soprattutto essere trattata come una pecora portata al pascolo, con un gruppo di 20 persone che seguono diligentemente la guida con una bandierina in mano … e poi dove sta il vero spirito di avventura? Perfortuna Alex la pensa esattamente come me!
Grazie ad un ragazzo nord peruano di Chachapoyas, siamo venute a conoscenza della via alternativa per raggiungere Aguas Calientes, il paese ai piedi del Machu Picchu, per evitare quella assurda giostra turistica che gira attorno ad una delle 7 meraviglie del mondo.
In Cusco è inutile chiedere informazioni a proposito, qualsiasi agenzia e perfino l’informazione turistica ha il solo interesse a venderti una costosa escursione. Solo il treno fino ad Aguas Calintes costa 140$.
Ormai ho imparato a non fidarmi di nessuno in sud America …
Tutto é possibile, basta volerlo. L’ amazzonia insegna! 🙂

Da Cusco A Aguas Calientes
Ora, se un giorno avete intenzione di andare al Machu Picchu e non avete molto tempo a disposizione ma soprattutto ci tenete alla vostra vita, non seguite la nostra esperienza.
Questa é la soluzione migliore se volete risparmiare un poco:
Cusco ? Ollantaytambo in Bus per 10 Sol (2,5 €) e Ollantaytambo- Aguas calientes in treno per 23 € .

Ecco invece la nostra via :

Cusco ? Ollantybamba ? Santa Maria in Bus circa 6 ore per 25 Sol (circa 6€)
Un viaggio non molto comodo a fianco dell’autista, sedute spesso sugli scalini del bus ma davvero affascinate solcando 3 passi delle Ande, di cui il più alto a 4350 m , attraverso pascoli di Alpaca e paesaggi surreali.

Santa Maria ? Santa Teresa 1 ora in Taxi a 10 Sol (2,5 €) condiviso altri 2 ragazzi tedeschi nelle nostre stesse condizioni.
In realtà il taxi doveva portarci fino a Idroelettrica da dove, per raggiungere Aguas Calientes, il paesino sotto il Machu Picchu a 10 km di distanza, si può prendere un treno per 10 € oppure camminare 2,5 ore lungo la via ferroviaria.

Il tratto di strada Santa Maria – Santa Teresa é davvero pazzesca. Costruita da pochi anni scavando la roccia lungo il corso del fiume (sia la vecchia strada e sia la via del treno sono stati spazzati dal fiume durante le ultime grosse alluvioni) con strapiombi mozzafiato e con sassi che potrebbero caderti in testa in ogni momento.
Ed infatti prima di arrivare a Santa Teresa il percorso ha iniziato a diventare più interessante:
passiamo attraverso una frana fresca di caduta, dove tuttavia una ruspa stava pianificando la strada sterrata! 5 min di attesa e partiamo. Ok!
Passano altri 10 min e ecco che siamo bloccati un’ altra volta. Una fila di macchine ci impedisce di vedere cosa sia successo. Scendiamo dalla macchina e camminiamo sul luogo incriminato: una frana appena caduta…. anzi grossi massi stanno ancora precipitando ma un’altra ruspa ha già la marcia innescata in attesa che si calmi per ripulire la strada. Non posso credere ai miei occhi! 😯
Dopo 15 min cadono solo sassi grandi come arance ma capaci di sfondare un vetro di un auto o il cranio di una persona. La ruspa aspetta, un uomo regola il suo movimento: “Ora ora, no no aspetta, indietro”. Tra un sasso e l’altro, dopo circa mezz’oretta, la ruspa riesce a ripulire la strada ma sassi cadono ancora in maniera irregolare. Non fa niente, le auto cominciano a passare al ritmo della caduta dei sassi, a velocità pazzesca. Non ci posso credere! Non mi accorgo e anche in nostro taxi passa …. e senza di me! Porc e adesso?
Non ho alternativa, mi faccio coraggio e senza distogliere lo sguardo dal monte della frana inizio a correre… sono terrorizzata, vedo sassi anche se non cadono, i 30 sec più lunghi della mia vita! Il cuore mi batte a 3000 ma sono salva. Il taxista mi sorride nervoso e parla in quechua (lingua originaria degli Inka ed ancora ufficiale in vari paesi del sud america) con un altro signore ed io voglio piangere. Ripartiamo. 😕

Frana sulla strada per Aguas Calientes, Peru

Ma sapete cos’é la cosa più assurda? Dopo circa 500 mt un altra frana più grande blocca definitivamente il nostro viaggio in taxi. Non ho parole … Il nostro taxista rischia la sua auto e la sua vita per pochi Euro.

Non abbiamo scelta, una frana attiva davanti e una dietro: corriamo e passiamo indenni il secondo pericolo di vita, altri taxi ci aspettano felici dall’altro lato.
Per 5 Sol e 30 min di strada siamo a Idroelettrica. Gli altri prendono il treno fino ad Aguas Calientes per 10 €. Sono le 5 ed anche se la notte é alle porte io ed Alex decidiamo di camminare lungo la ferrovia. Ho bisogno di scaricare la tensione e sgranchire le mie gambe dopo una giornata di viaggio.
La montagna del Machu Picchu si erge maestosa sopra le nostre teste, il cammino lungo la ferrovia e il fiume nella selva ha un qualcosa di magico e surreale. Un sentimento di eccitazione mi travolge, camminare mi aiuta a scaricare. Ma solo dopo circa un ora inizia ad oscurasi. Per fortuna la luna piena ci illumina il cammino. Mi sento felice ed eccitata!
Un treno locomotore ci passa di fianco, come per scherzo porgo il mio dito pollice per fare Trenostop e sfoggio il migliore dei miei sorrisi. 🙂 L’autista mi vede e sorride a sua volta, si ferma e ci carica sulla carrozza, portandoci fino ad Aguas Calientes preoccupandosi di lasciarci prima di entrare in stazione. Que Suerte!
Volevamo l’avventura? Eccoci servite! 🙂

Camminando sulla via ferroviaria con vista alla montagna del Machu Picchu.

Nonostante lo spavento che ha aumentato l’adrealina, mi sento la persona più felice al mondo! Per essere riuscita ad arrivare fino qua, per aver trascorso una giornata che non dimenticherò facilmente, per confermare a me stessa che se sono convinta di una cosa posso ottenerla ma soprattutto per essere sopravvissuta! 😉

Costo Totale Cusco-Aguacaliente: 10€

AL MACHU PICCHU
Non so quante volte nella mia vita ho visto la famosa foto delle rovine della città degli Incas ma mai e poi mai mi sarei immaginata una tale meraviglia e se la vista dal Machu Picchu é impressionante, per quella dal Wayna Picchu (il famoso picco che si vede in tutte le foto) non é stata ancora inventata una parola per descriverla. Non é facile accedervi, perchè é accessibile solo ad un numero limitato di persone ma non ha assolutamente senso arrivare fino qua e non salire sul picco. E solo grazie alla nostra determinazione, pazienza e fortuna abbiamo ottenuto il pass. Solo 2 persone dopo di noi sono riuscite a salire. 🙂

Io e Alex sul Wayna Picchu, il picco del Machu Picchu.

Solo ora riesco a capire un pochino la verenazione che queste civiltà pre-ispaniche avevano per madre natura, per il sole e la luna. Cosa che noi sottovalutiamo tristemente.
Machuuuu-piccchuuuuu ….. Waaaayna- picchhuuu …. pachaaaa-maaaama” ( ed altre parole in Quechua ) grida maestosamente un bravo attore nei panni di un Re Incas indicando con il braccio alzato ed in mano una foglia di coca, la maestosa montagna che si erge imponente davanti a lui.
Dentro di me provo emozioni forti: stupore, meraviglia, mi manca il fiato… provo anche tristezza per come tale sitio si sia trasformato da città sacra, a parco turistico… non lo merita. Vedo la gente, tanta gente, la osservo fotografare rubando l’anima a questo posto meraviglioso carico di energia. Desidero quasi per rispetto non esserci mai andata, ma poi mi dimentico di fronte alla visione che si mostra ai miei occhi e mi rendo conto che senza turismo non potrei mai essere arrivata in questo luogo… e anche io sono una turista!
Così la gente scompare dalla mia vista e solo immagazzino il buono che può darmi. Ogni sguardo si trasforma in uno sfarfallio allo stomaco, sale fino alla gola e mi toglie il fiato. Una strana attrazione mi blocca, faccio fatica alla fine della giornata ad andarmene.

Signore e signori: Il Machu Picchu!

Ritorno: DA AGUAS CALIENTES A CUSCO
Per la via di ritorno decidiamo di fare le “normali” turiste, non solo per evitare una giornata intera in Bus ma soprattutto perché penso che la nostra vita valga più del biglietto del treno fino a Ollantybamba per 23€ (solo dopo varie insistenze, anche alla biglietteria ti mentono pur di venderti il biglietto più caro)!
Da Ollantybamba a Cusco prendiamo un bus per 10 SOL.

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Ora sono in un internet caffé. Alzo lo sguardo e vedo l’immensità del lago Titicaca in Bolivia, a quasi 4000 mt di altezza … ma questa è un’altra storia… Troppe emozioni da raccontare in pochi giorni di viaggio! 🙂

Perù: selva, sierra, costa

Dall’ afa della giungla, attraverso il freddo e la pioggia delle Ande, fino al calore del deserto, di ritorno al clima mite e alle onde del mare … questo é il Perù!
Un viaggio surreale, a volte mi sembra di vivere un sogno o in un set cinematografico ambientato in una scenografia di un film di Indiana Jones, con la sola differenza che questo non é un film… e a volte faccio fatica a rendermene conto.

La terza cascata più alta del mondo e un gallo di roccia andino

La visita alla maestosa fortezza di Kuelap per esempio, attualmente sottoposta a scavi archeologici, é stata una esperienza genuina e mi ha lasciato con un velo di enigna e mistero. La città situata nel bel mezzo delle Ande a 3000 mt di altezza nella regione della Amazonas, appartiene alla cultura Chachapoyas , con i suoi 110 mt di larghezza, 584 mt di lunghezza ed un muro alto 20 mt, è una ricchezza storica inimmaginabile (dicono sia il Machu Picchu del nord del Perù). Da pochi anni arrivano turisti ma non molti, anche dovuto alla strada impervia per raggiungerla. Ancora per poco purtroppo, c’è un progetto per la costruzione di una funivia con partenza dal paese di Tingo e l’allestimento di un museo. La nostra guida, un ragazzo archeologo che ha fatto lui stesso alcuni scavi, ha reso la visita ancora più interessante, mostrandoci orgoglioso i resti umani trovati personalmente e raccontandoci la storia con un certo sentimento…

Kuelap, Perù

… e ancora, i bambini della selva lungo il fiume Rio Napo con la loro semplice vita e i peque-peque, la gente della Sierra (la montagna) con i loro inseparabili cappelli ed il tipico poncho per ripararsi dalla pioggia e dal freddo, le donne che tessono instancabili gli indumenti davanti alle loro case, le carni appese con le mosche che danzano felici, i maialini domestici e famiglie intere che giocano a pallavoro montando la rete nel mezzo della strada strerrata, quella stessa strada che sale e scende serpentineggiando ai bordi dei dirupi per centinaia di km solcando le Ande del nord Perù!

Attraversando le Ande, Perù

Nonostante mi faccia effetto vedere certe condizioni di vita, mi rallegro perchè mi rendo conto di non essere arrivata così tardi… Il vero Perù esiste ancora, una parte di mondo non ancora contaminato ( o poco) dalla nostra mentalità consumistica. E quel poco di modernità a volte crea delle scene paradossali!

La Selva, la Sierra e la Costa: tre realtà completamente diverse.
Ora siamo sulla costa a Huanchaco, una spiaggia nei pressi di Turjillo, da ormai più di una settimana. Un mondo civilizzato quello dei costeños.
Qualcosa ci ha ancorato in questo posto e non vuole lasciarci ripartire. Cosa? O meglio chi? Un amico di Alex! Una di quelle persone che ne esistono poche al mondo, di quelle che dopo un ora che l’hai incontrata ti sembra di conoscerla da una vita. Stupendo, tanto che Alex ne é rimasta (ri)folgorata… ed io anche. Quindi un buon motivo per fermarsi e le dò la mia piena approvazione, per una volta. 😉
Inoltre questo fine di settimana non era un buon periodo per spostarsi, visto che erano in corso le elezioni presidenziali.

Imarpe, barche tipiche della costa peruviana in Huanchaco

Serenata al mare e al Dio Sole

Non potete neanche minimamente immaginare della pazzia che c’é stata qua in Perù per le elezioni.
Tutte le case, dal paesino più sperduto nella foresta amazzonica fino alla grande città sono pitturate e tappezzate da propagande politiche. Per tre giorni prima delle elezioni é vietato consumare e vendere bevande alcoliche, quindi la maggior parte di Bar e discoteche sono chiuse. I prezzi dei trasporti raddoppiano. Votare é obbligatorio, pena: una salatissima multa. Non si parla d’altro.

Va bhe, nessun problema… ci siamo godute il mare, il surf e la sua gente, anche se purtroppo l’inverno é cominciato e, quando il “Dio Sole” non si presenta, fa frescolino…
… ma non nel deserto a pochi km dalla costa. Paesaggi incredibili, dune di sabbia dove praticare sand-board ma soprattutto una scusa per isolarsi dal mondo sulla cima di una duna a contemplare il paesaggio e immagazzinare la energia sufficiente per affrontare le prossime due settimane nel posto che per me è la vera giungla: la città!

Stasera si parte per Lima! Viaggeremo nella notte.
I bus meritano sempre un paragrafo a parte.
In Perù é necessario valutare bene la scelta della compagnia con la quale si viaggia.
Ehehe, se ripenso al primo bus che abbiamo preso mi viene da ridere:
la concorrenza tra le varie compagnie é molto alta. Come sempre io de Pubblicato in Americhe, Diario di viaggio, Foto, Non solo Tenerife, Per il Mondo, Perù, Viaggio Sud America | Lascia una risposta