Una cena vege-riflessiva

L’altra sera sono stata invitata a cena da amici di famiglia, persone che mi conoscono da parecchi anni, praticamente da sempre, da quando amavo scorrazzare per le vie del paese con i miei amichetti, i capelli raccolti in un codino e le ginocchia perennemente sbucciate. Il paese è piccolo e ci si conosceva tutti ed io ero per tutti la figlia del postino!

Ora sono grande, la vita e i viaggi mi hanno segnato, non solo in viso. Ognuno di noi ha seguito il proprio percorso di vita, i luoghi e la gente incontrati lungo il cammino hanno formato le persone che siamo oggi e che saremo domani. Ognuno di noi è il frutto delle proprie esperienze, della sua elaborazione e lo stato di coscienza che ne consegue.
Molto spesso, altre persone non condividono la tua mentalità ma non importa realmente, l’importante, credo, sia rispettare il prossimo, perchè non tutti hanno avuto le stesse opportunità di vita.
Non è lo stesso vivere 40 anni nello stesso paese di 300 abitanti o aver vissuto in vari luoghi del mondo. Poi non è detto, uno può avere più esperienza semplicemente leggendo tanti libri.
Inoltre c’è da aggiungere che quando si vive vicini e si ha lo stesso stile di vita, si finisce spesso per avere ideali di vita simili, quando invece gli stili di vita sono completamente diversi, ci si può scostare di parecchio. Continua a leggere

Pazza idea… Cammino di Santiago

Il cammino di Santiago


Da qualche mese mi sta bazzicando in testa un’idea folle:

Camminare il cammino di Santiago

Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso che i pellegrini fin dal Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela, presso cui ci sarebbe la tomba dell’apostolo Giacomo il Maggiore.
Le strade francesi e spagnole che compongono l’itinerario sono state dichiarate Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Si tratta grossomodo (a seconda del sentiero e dell’allenamento) di un percorso di 800 km per la durata di 1 mese. (cit Wikipedia)

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Domanda ad un astronauta

Uh, mi accorgo solo adesso che é da giugno che non scrivo più sul blog… se dico che mi manca il tempo non mi credete, vero?
Ok, come un paradosso, é proprio quando si viaggia, quando la vita é intensa e il tempo scarso che ci si ritaglia angoli più assurdi per se stessi. In Sud America non dormivo pur di scrivere un articolo, per poter immortalare le innumerevoli emozioni e avvenimenti e vi assicuro che la scrittura non é una delle mie migliori doti o passioni, non mi risulta assolutamente facile e naturale, ho bisogno di parecchio tempo per cercare di essere perlomeno comprensibile.

Oggi, rileggendo i miei vecchi post mi accorgo delle mie frasi dislessiche ma sono contenta perché rivivo emozioni che altrimenti si sarebbero affievolite o distorte col passare dei giorni e dall’ esperienza acquisita per strada. Ed insomma, spero di aver portato, chi mi leggeva, in viaggio con me per i 5 min di racconto.

Ora, in Italia sul mio stupendo Lago Maggiore da ormai quasi 4 mesi, mi accorgo di non aver molto da raccontare, la mia voglia di scrivere nasce dalle emozioni, emozioni forti che si vivono quotidianamente in viaggio.

Bhe, oggi sono qua perché il cuore ha qualcosa da dire. Scrivo perché in effetti parecchie emozioni le abbiamo provate in questi giorni a Pino Lago Maggiore.

Il paese é volato virtualmente e psicologicamente nello spazio, tra le stelle, a bordo della ISS (Stazione Spaziale Orbitante) grazie alla visita di due astronauti:
Michel Tognini francese, il direttore della EAC (European Astronaut Centre) di Colonia – sede tedesca della ESA (Agenzia Spaziale Europea) – é ormai di famiglia, tutti gli anni viene a Pino a trascorrere una settimanella tra di noi.
Quest’anno un austronauta italiano della provincia di Milano Paolo Nespoli é stato 6 mesi nello spazio sulla ISS e Michel, vista la vicinanza ci ha organizzato un incontro con questo grande uomo, grande in tutti sensi non solo di statura 😉
Chi ha avuto la fortuna di assistere alla conferenza potrà confermare. Un vero grande evento nel nostro piccolo paesello.

Paolo é tornato a bordo della nave chiamata Terra da solo 3 mesi, quindi aveva emozioni fresche da trasmetterci.

Paolo la sera a tavola spiegando la teoria della grandezza di un fazzoletto a disposizione di un astronauta. Michel lo guarda perplesso…

Dopo un introduzione di Michel Tognini (in inglese), Paolo Nespoli ha incantato la folla con i suoi video, le sue foto scattate personalmente dalla stazione ma soprattutto con i suoi racconti e curiosità. Ma poi Paolo sà come intrattenere la gente, ci sà fare con i bambini che alla fine hanno avuto spazio per le domande.

Anche io avevo una domanda… ma é stata in parte risposta durante la serata senza che io la ponessi, quindi ho lasciato spazio alla deduzione ed alla timidezza.

Ammiro questi uomini… non tanto per quello che fanno ma per la loro determinazione a raggiungere i loro sogni. Sono astronauti, era il loro sogno da bambini. Hanno studiato, lottato, quasi mollato, certo hanno avuto tanta fortuna ma soprattutto ci hanno creduto! Un grande sogno realizzato, la dimostrazione vivente che i sogni, anche quelli che sembrano impossibili, si possono realizzare, basta volerlo!
Perché in fondo credo che il loro non sia un vero e proprio lavoro: una vita durissima, di sacrifici, di rinunce, … ampiamente ricompensate dalla soddisfazione di seguire la loro filosofia di vita, di scoperta, di ricerca e di progresso, probabilmente in un qualche qual modo a sfondo egoistico, nel senso buono della parola, nel realizzare il proprio sogno di viaggiare nello spazio… perché alla fine é l’egoismo che guida l’uomo nelle sue migliori imprese per un profondo, e a volte inconscio, autocompiacimento. (ma questo é un altro discorso)

Lo conferma la frase di Paolo, che dal suo egoismo si nota la complementazione di un grande altruismo, un messaggio per il mondo dallo spazio:


Guardate avanti e puntate sempre in alto, le stelle non sono poi così lontane! Messaggio dallo spazio.

Un spinta motivazionale per i bambini che vogliono diventare astronauti ma in realtà, un fondamentale messaggio di vita per tutti.

Mi chiederete giustamente, qual’era la domanda che volevi porre?
Eccola, la scrivo come rivolta direttamente a lui ma in realtà non lo é… o chissà magari un giorno Paolo, nello stesso modo in cui é arrivato a Pino, leggerà questo blog e vorrà rispondermi. Anche se in fondo credo di sapere già la risposta. NON sarò breve:

Paolo, la mia domanda non c’entra niente con la religione ma qualcuno a Pino ti ha chiesto se in questi 6 mesi nello spazio ti sei sentito più vicino a Dio. Tu rispondendo e cercando gentilmente di evitare questo scomodo argomento ti sei difeso diplomaticamente definendoti un “meccanico dello spazio” che certe domande andrebbero fatte ad un prete o uno psicologo mandato nello spazio e che tu eri in grado di rispondere solo a domande prettamente tecniche.

Io non voglio credere a questo tuo estremo materialismo che hai voluto trasmetterci, quindi ti pongo la mia domanda che ripeto, non spaventarti, non é religiosa.

Come tutti sappiamo, la nostra società é orientata sempre di più verso il capitalismo ed il consumismo, tra le più grandi rovine della nostra era moderna e della nostra “umanità”.
La gente vive freneticamente, con i paraocchi e si preoccupa solo di ciò che succede nei loro 10km quadrati, non pensa, non vive veramente, appare e non é.
Secondo me però questo deterioramento e spreco di un essere così evoluto chiamato Uomo é dovuto in gran parte ad una semplice piccola enorme ragione:
non si vedono le stelle!

Mi spiego: in contemporanea al tuo viaggio spaziale, da dicembre a maggio 2011, ho realizzato anche io un mio piccolo grande sogno: un viaggio in Sud America.
Un giorno a 4000 mt di altezza, nel mezzo di un lago, ho potuto godere di uno degli spettacoli più belli ed emozionanti della mia vita che credo poche persone abbiano provato, io stessa non lo conoscevo… Il cielo stellato… ma stellato veramente.
Una emozione talmente grande da non poter staccare lo sguardo dal cielo, da non poter chiudere la bocca … le stelle mi lambivano il viso come lampioni ed un bozzolo di emozioni mi faceva su e giù dallo stomaco al cervello, velocemente.

Tante stelle quante tutti i granelli di sabbia di tutte le spiagge del mondo intero
hai detto l’altro giorno a Pino ma io credo che ce ne siano di più,  forse infinite? Chi lo sà … magari un giorno lo scoprirete.
Insomma tante stelle che nel nostro mondo moderno, capitalista, estremamente illuminato, come dimostrano le tue foto, non vediamo più! Un disastro… quante stelle vediamo a Pino? O peggio a Milano?
Sono dell’opinone che questo sia uno dei più grandi problemi del nostro mondo moderno! Non si vedono le stelle e non ci interessa vederle, in realtà non sappiamo della loro esistenza. L’ho notato anche dalla scarsa partecipazione a questo evento dei giovani di Pino, Tronzano e i paesi limitrofi.

In un certo qual modo questo viaggio mi ha cambiata, e questo cambiamento é dovuto anche alla visione di questo universo, mi sono sentita e mi sento più vicina al cielo e più lontana dalla terra, dal suo modo di vivere.
Il cielo stellato fa pensare… pensare all’universo, al mondo, alla vita, agli altri, a se stessi!
Lo dimostrano le antiche civiltà sudamericane, che hanno sempre scrutato il cielo notturno per cercare di comprendere le leggi dell’universo anche e soprattutto in maniera spirituale. Noi lo facciamo ancora solo attraverso astrofisici, astrologi e di voi, astronauti e non voglio credere che dietro a tutto ciò ci sia solo un motivo scientifico.

L’altro giorno hai detto che in realtà nello spazio non si vedono tante stelle perché la stazione é rivolta verso il basso (basso?), ok verso la terra, quindi non é facile guardare in direzione “spazio infinito”.

Ma mi chiedo, tu che in mezzo alle stelle ci sei stato,  tu che hai guardato noi piccole formichine dall’alto del cielo, impegnate a litigare con il vicino di casa quando lì fuori esiste un universo infinito…, come é cambiata la tua visione della vita, di te stesso, delle altre persone, del mondo? Hai cambiato alcuni comportamenti in relazione agli altri? Ti senti diverso dopo questa (o la precedente) esperienza?

Non sò bene come porre questa domanda ma insomma, te la pongo anche in maniera più materialista:
un soggiorno nello spazio, in assenza di gravità e condizioni completamente diversi da quelle all’interno dell’atmosfera terrestre, può secondo te influire/alterare la mente umana?

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Tra parentesi, la ISS é passata sopra le nostre teste proprio durante la serata. La stazione spaziale orbitante é visibile ad occhio nudo. Se volete vederla anche voi, impostate la vostra posizione in questo sito: heavens-above.com

E voi, che domanda fareste ad un astronauta?

I need KISS

Non vi sto dicendo una novità, semplicemente nel mio ultimo viaggio in Sud America ne ho avuto la conferma: l‘italiano non viaggia!
… o perlomeno, non viaggia con lo zaino!
In 5 mesi, tra Colombia, Equador, Perù e Bolivia, ho incontrato un solo connazionale che stava concludendo il suo giro attorno al mondo (tra l’altro anche molto simpatico e carino), i pochi altri erano o vacanzieri o residenti.

Spesso mi sono chiesta il motivo per il quale l’italiano, rispetto alle altre nazionalità del mondo, rinuncia ad una così importante esperienza della vita: la scoperta di altri popoli e culture.

Ci si potrebbe soffermare a lungo su questo tema, io ora la semplifico così:
colpa delle bollette.
Bollette da intendere come debiti: del mutuo, della macchina ma anche semplicemente dell’affitto, della luce, del gas, Sky, palestra, etc… Chi più ne ha, più ne metta.

Ci si fa incastrare in un circolo, dal quale é difficile uscirne e non permette di coltivare le proprie passoni, di viaggiare, di essere libero! Diciamo, questo post é rivolto a coloro i quali vorrebbero viaggiare ma non lo fanno, perchè pensano di non poterlo fare. (Prendo di mira il “viaggiare” perché é il tema centrale di questo blog ed é la mia passione ma é solo un esempio)

Come si può partire quando alla fine di ogni mese si hanno una serie di pagamenti da saldare, con contratti che durano mesi, magari anni…? Come si può lasciare tutto e andarsene? Impossibile!

In realtà io la soluzione ce l’ho!
La soluzione é K.I.S.S.! Keep it simple stupid! La vita.

KISS é un acronimo usato in design ed in informatica, per riuscire ad avere una maggiore efficenza, rispettivamente nel codice e nello stile. Io lo uso per la mia vita!
Mantenere la mia vita semplice é l’unico modo per sentimi veramente libera. Tutto ciò che implica un impegno maggiore di qualche mese, mi soffoca… mi fa paura!

Le persone pensano che io non faccia niente, che sia una hippy mantenuta dai miei genitori! In realtà semplicemente non voglio farmi imprigionare dalla società ed inseguo i miei sogni. E guarda un pò, inseguendo i miei sogni riesco a mantenermi.
Nella mia vita, i miei genitori non mi hanno mai dato più del minimo indispensabile, materialmente parlando. Ho ricevuto però tanto amore e attenzioni.
Da bambina ereditavo tutto dai miei fratelli maggiori, dai tempi delle medie mi pago le scarpe da sola. La mia prima BMX, poi il motorino e la prima macchina me li sono pagata con i risparmi di lunghe estati a lavorare dal mitico Armando!
E probabilmente per questo, ho imparato ad apprezzare ogni piccolezza della vita.

In seguito, entrando nel mondo del lavoro, ho rischiato anch’io di oltrepassare la “soglia” e di essere imprigionata dalle bollette. Ma per fortuna da bambina ho picchiato la testa (cit) e le cellule danneggiate del mio cervello mi hanno fermato, fatto mollare tutto e partire in tempo. Fiuuuuuu!

Lo ammetto, all’inizio é stata dura, soprattutto abituarsi a stare sola… ed ora, il “stare sola”, è quella cosa a cui proprio oggi, troppo spesso non riesco a rinunciare.
Ho capito fin troppo bene quanto la libertà sia importante, l’ho capito talmente bene che i miei progetti futuri non superano i 6 mesi. A volte é difficile, soprattutto quando si é in Italia e piove per settimane intere. Quando sono triste mi é difficile relazionarmi con gli altri ma poi basta un giorno di sole per ringraziare tutte le scelte prese, ringraziare di essere in questo posto fantastico che é il lago maggiore e pensare che in ogni momento, nel giro di poco tempo, posso prendere lo zainetto ed andarmene… viaggiare! Non faccio caso alle battute maligne e alla gente ignorante. Tutto mi passa indifferente.

I need KISS, in tutti i sensi ma ora intendo: La vita!

Posto l’ultimo video del mio viaggio nella foresta amazzonica, non solo per le immagini che mostrano i bisogni della vita ridotti ai minimi termini ma soprattutto per la canzone di Eddie Wedder – Society: esprime esattamente ciò che dico nel post.

Quindi
Keep it simple, Stupid! 😉

Il nostro Machu Picchu

LIMA, 12 Aprile 2011
Dopo aver finalmente lasciato il surf delle onde del mare e delle dune del deserto in Turjillo, con una piccola lacrima sulla guancia e una dormita sul bus siamo sbarcate alla capitale peruviana, Lima.
Una realtà a parte dal resto del Perù, fino ad ora la più moderna e avanzata città che ho visitato in Sud America, tra Colombia, Ecuador e Perù. Un contrasto impressionante per noi che arriviamo dalla foresta amazzonica. In realtà immagino che anche Lima, oltre alla moderna e turistica Miraflores con le sue affascinanti scogliere a picco sul mare e al suo centro istorico in stile coloniale abbia le sue “favelas”, che in soli 2 giorni non abbiamo avuto modo di conoscere, per fortuna!

Scogliere di Lima

La tappa seguente é stata Nasca, famosa per le sue linee create dagli alieni. In realtà no, vari studi cercano di dimostrare che la cultura Nasca abbia creato questi chilometrici disegni di estrema ed incredibile precisione, per i loro riti religiosi, (l’ adorazione del Dio Sole e Dio Luna) in una zona considerata sacra .
Solamente un paio di disegni più piccoli si possono intravedere da una collina, altrimenti solo linee rette che terminano all’orizzonte. Gli altri disegni sono riconoscibili solo sorvolando la zona. Sono confusa nel vederli, sicuramente é interessante, fa riflettere, ma é un pensiero troppo grande per me! Mi affascina il paesaggio desertico, rovinato solo dalla strada Panamericana che lo taglia come una profonda ciccatrice.

Le Linee di Nasca e la Panamericana, Peru

CUSCO, Martedì 19 Aprile 2011
Eccomi a Cusco, la città più antica delle Americhe, capitale dell’impero Inka e ombelico dell’universo.
Nel 1911 un americano scoprì il Machu Picchu che cambiò l’immagine della città, trasformandola negli ultimi anni un centro turistico.
Però, sarà per la particolare energia di questo luogo o forse per il suo stile coloniale costruito sopra le affascinanti e resistentissime strutture ad INKAstro, oppure per i suoi bambini… non lo sò ma ad essere sincera, a differenza da quanto mi sarei aspettata, sono piacevolmente affascinata da questa città che a mio parere sta riuscendo a mantenere il suo Flair, equilibrando in qualche modo la sua vera natura con il turismo di massa.
Dalla mia terrazza in Plaza de Armas (c’é sempre una Plaza de Armas in tutte le città del Perù) o stando seduta sulle scalinate della chiesa osservo l’atmosfera festiva di questi giorni di settimana santa. Difficilmente io e Alex riusciamo a stare sole, non passano 3 min che si avvicina qualcuno, la maggior parte delle volte per cercare di venderci qualcosa ma in particolare in questo viaggio ho imparato ad adorare i bambini… Spesso si avvicinano timidamente, poi iniziano a parlare solo la pura curiosità di conoscere. Li adoro, sono i più spontanei, innocenti, belli, dolci e senza secondi fini come spesso capita con le persone adulte, … 🙂 .

Vista a Cusco e bambini in piazza

Il centro di Cusco, dedicato ai turisti, é circondato da carissimi ristoranti, pub, bar, agenzie turistiche, gente con vestiti tipici che si mettono in posa per una foto in cambio di un Sol… ma tutto ciò non basta per rovinare l’immagine di Cusco: é sufficiente allontanarsi alcune vie dal centro, ed ecco che si incontra la vera vita cusqueña: mercato tradizionale, ristorantini con menù a 2,5 Sol (meno di 1 €), personaggi che offrono miracolose piante medicinali per non rimanere incinta o curare il cancro ma soprattutto Bus nascosti ai turisti che ti portano al Machu Picchu per pochi Soles.

IL MACHU PICCHU
Fosse stato per me non ci sarei neanche andata… ma con il senno di poi ringrazio Alex di avermi convinta!
Okok, andiamo” le dico “ma non con il treno e con nessun tour”. Se c’é una cosa che odio é essere presa in giro, ma soprattutto essere trattata come una pecora portata al pascolo, con un gruppo di 20 persone che seguono diligentemente la guida con una bandierina in mano … e poi dove sta il vero spirito di avventura? Perfortuna Alex la pensa esattamente come me!
Grazie ad un ragazzo nord peruano di Chachapoyas, siamo venute a conoscenza della via alternativa per raggiungere Aguas Calientes, il paese ai piedi del Machu Picchu, per evitare quella assurda giostra turistica che gira attorno ad una delle 7 meraviglie del mondo.
In Cusco è inutile chiedere informazioni a proposito, qualsiasi agenzia e perfino l’informazione turistica ha il solo interesse a venderti una costosa escursione. Solo il treno fino ad Aguas Calintes costa 140$.
Ormai ho imparato a non fidarmi di nessuno in sud America …
Tutto é possibile, basta volerlo. L’ amazzonia insegna! 🙂

Da Cusco A Aguas Calientes
Ora, se un giorno avete intenzione di andare al Machu Picchu e non avete molto tempo a disposizione ma soprattutto ci tenete alla vostra vita, non seguite la nostra esperienza.
Questa é la soluzione migliore se volete risparmiare un poco:
Cusco ? Ollantaytambo in Bus per 10 Sol (2,5 €) e Ollantaytambo- Aguas calientes in treno per 23 € .

Ecco invece la nostra via :

Cusco ? Ollantybamba ? Santa Maria in Bus circa 6 ore per 25 Sol (circa 6€)
Un viaggio non molto comodo a fianco dell’autista, sedute spesso sugli scalini del bus ma davvero affascinate solcando 3 passi delle Ande, di cui il più alto a 4350 m , attraverso pascoli di Alpaca e paesaggi surreali.

Santa Maria ? Santa Teresa 1 ora in Taxi a 10 Sol (2,5 €) condiviso altri 2 ragazzi tedeschi nelle nostre stesse condizioni.
In realtà il taxi doveva portarci fino a Idroelettrica da dove, per raggiungere Aguas Calientes, il paesino sotto il Machu Picchu a 10 km di distanza, si può prendere un treno per 10 € oppure camminare 2,5 ore lungo la via ferroviaria.

Il tratto di strada Santa Maria – Santa Teresa é davvero pazzesca. Costruita da pochi anni scavando la roccia lungo il corso del fiume (sia la vecchia strada e sia la via del treno sono stati spazzati dal fiume durante le ultime grosse alluvioni) con strapiombi mozzafiato e con sassi che potrebbero caderti in testa in ogni momento.
Ed infatti prima di arrivare a Santa Teresa il percorso ha iniziato a diventare più interessante:
passiamo attraverso una frana fresca di caduta, dove tuttavia una ruspa stava pianificando la strada sterrata! 5 min di attesa e partiamo. Ok!
Passano altri 10 min e ecco che siamo bloccati un’ altra volta. Una fila di macchine ci impedisce di vedere cosa sia successo. Scendiamo dalla macchina e camminiamo sul luogo incriminato: una frana appena caduta…. anzi grossi massi stanno ancora precipitando ma un’altra ruspa ha già la marcia innescata in attesa che si calmi per ripulire la strada. Non posso credere ai miei occhi! 😯
Dopo 15 min cadono solo sassi grandi come arance ma capaci di sfondare un vetro di un auto o il cranio di una persona. La ruspa aspetta, un uomo regola il suo movimento: “Ora ora, no no aspetta, indietro”. Tra un sasso e l’altro, dopo circa mezz’oretta, la ruspa riesce a ripulire la strada ma sassi cadono ancora in maniera irregolare. Non fa niente, le auto cominciano a passare al ritmo della caduta dei sassi, a velocità pazzesca. Non ci posso credere! Non mi accorgo e anche in nostro taxi passa …. e senza di me! Porc e adesso?
Non ho alternativa, mi faccio coraggio e senza distogliere lo sguardo dal monte della frana inizio a correre… sono terrorizzata, vedo sassi anche se non cadono, i 30 sec più lunghi della mia vita! Il cuore mi batte a 3000 ma sono salva. Il taxista mi sorride nervoso e parla in quechua (lingua originaria degli Inka ed ancora ufficiale in vari paesi del sud america) con un altro signore ed io voglio piangere. Ripartiamo. 😕

Frana sulla strada per Aguas Calientes, Peru

Ma sapete cos’é la cosa più assurda? Dopo circa 500 mt un altra frana più grande blocca definitivamente il nostro viaggio in taxi. Non ho parole … Il nostro taxista rischia la sua auto e la sua vita per pochi Euro.

Non abbiamo scelta, una frana attiva davanti e una dietro: corriamo e passiamo indenni il secondo pericolo di vita, altri taxi ci aspettano felici dall’altro lato.
Per 5 Sol e 30 min di strada siamo a Idroelettrica. Gli altri prendono il treno fino ad Aguas Calientes per 10 €. Sono le 5 ed anche se la notte é alle porte io ed Alex decidiamo di camminare lungo la ferrovia. Ho bisogno di scaricare la tensione e sgranchire le mie gambe dopo una giornata di viaggio.
La montagna del Machu Picchu si erge maestosa sopra le nostre teste, il cammino lungo la ferrovia e il fiume nella selva ha un qualcosa di magico e surreale. Un sentimento di eccitazione mi travolge, camminare mi aiuta a scaricare. Ma solo dopo circa un ora inizia ad oscurasi. Per fortuna la luna piena ci illumina il cammino. Mi sento felice ed eccitata!
Un treno locomotore ci passa di fianco, come per scherzo porgo il mio dito pollice per fare Trenostop e sfoggio il migliore dei miei sorrisi. 🙂 L’autista mi vede e sorride a sua volta, si ferma e ci carica sulla carrozza, portandoci fino ad Aguas Calientes preoccupandosi di lasciarci prima di entrare in stazione. Que Suerte!
Volevamo l’avventura? Eccoci servite! 🙂

Camminando sulla via ferroviaria con vista alla montagna del Machu Picchu.

Nonostante lo spavento che ha aumentato l’adrealina, mi sento la persona più felice al mondo! Per essere riuscita ad arrivare fino qua, per aver trascorso una giornata che non dimenticherò facilmente, per confermare a me stessa che se sono convinta di una cosa posso ottenerla ma soprattutto per essere sopravvissuta! 😉

Costo Totale Cusco-Aguacaliente: 10€

AL MACHU PICCHU
Non so quante volte nella mia vita ho visto la famosa foto delle rovine della città degli Incas ma mai e poi mai mi sarei immaginata una tale meraviglia e se la vista dal Machu Picchu é impressionante, per quella dal Wayna Picchu (il famoso picco che si vede in tutte le foto) non é stata ancora inventata una parola per descriverla. Non é facile accedervi, perchè é accessibile solo ad un numero limitato di persone ma non ha assolutamente senso arrivare fino qua e non salire sul picco. E solo grazie alla nostra determinazione, pazienza e fortuna abbiamo ottenuto il pass. Solo 2 persone dopo di noi sono riuscite a salire. 🙂

Io e Alex sul Wayna Picchu, il picco del Machu Picchu.

Solo ora riesco a capire un pochino la verenazione che queste civiltà pre-ispaniche avevano per madre natura, per il sole e la luna. Cosa che noi sottovalutiamo tristemente.
Machuuuu-piccchuuuuu ….. Waaaayna- picchhuuu …. pachaaaa-maaaama” ( ed altre parole in Quechua ) grida maestosamente un bravo attore nei panni di un Re Incas indicando con il braccio alzato ed in mano una foglia di coca, la maestosa montagna che si erge imponente davanti a lui.
Dentro di me provo emozioni forti: stupore, meraviglia, mi manca il fiato… provo anche tristezza per come tale sitio si sia trasformato da città sacra, a parco turistico… non lo merita. Vedo la gente, tanta gente, la osservo fotografare rubando l’anima a questo posto meraviglioso carico di energia. Desidero quasi per rispetto non esserci mai andata, ma poi mi dimentico di fronte alla visione che si mostra ai miei occhi e mi rendo conto che senza turismo non potrei mai essere arrivata in questo luogo… e anche io sono una turista!
Così la gente scompare dalla mia vista e solo immagazzino il buono che può darmi. Ogni sguardo si trasforma in uno sfarfallio allo stomaco, sale fino alla gola e mi toglie il fiato. Una strana attrazione mi blocca, faccio fatica alla fine della giornata ad andarmene.

Signore e signori: Il Machu Picchu!

Ritorno: DA AGUAS CALIENTES A CUSCO
Per la via di ritorno decidiamo di fare le “normali” turiste, non solo per evitare una giornata intera in Bus ma soprattutto perché penso che la nostra vita valga più del biglietto del treno fino a Ollantybamba per 23€ (solo dopo varie insistenze, anche alla biglietteria ti mentono pur di venderti il biglietto più caro)!
Da Ollantybamba a Cusco prendiamo un bus per 10 SOL.

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Ora sono in un internet caffé. Alzo lo sguardo e vedo l’immensità del lago Titicaca in Bolivia, a quasi 4000 mt di altezza … ma questa è un’altra storia… Troppe emozioni da raccontare in pochi giorni di viaggio! 🙂